Sul Pd Sicilia frenano in tanti - Live Sicilia

Sul Pd Sicilia frenano in tanti

Domani tocca a Lumia e Cracolici
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4 min di lettura

Giuseppe Lumia

L’appuntamento è per domattina alle 11 al San Paolo Palace di Palermo. Ma quella che doveva o poteva essere la festa per il battesimo del Pd Sicilia, dopo le brusche frenate delle ultime ore, si preannuncia come una kermesse dalla portata assai ridimensionata. Attorno al duo Beppe Lumia-Antonello Cracolici e alla loro fuga in avanti l’entusiasmo non è stato traboccante. Ancora oggi sono piovute voci critiche dal partito.
Come quella della deputata regionale Concetta Raia, che definisce il Pd Sicilia “un errore politico serio”. Critici anche gli ex deputati Rino La Placa e Franco Piro e il dirigente del Pd Andrea Piraino che in una nota congiunta osservano: “Chi pensa di dar vita ad un nuovo partito, locale e siciliano, distinto da quello nazionale, partendo da una rivalutazione dell’esperienza milazziana e, in buona sostanza, copiando la Lega di Bossi, si pone in netto contrasto con la nostra storia culturale e politica”. Netta bocciatura anche dall’ex senatore Bartolo Fazio, dell’area Mattarella: “Inorridisco all’idea di un Pd Sicilia, perché temo che dalle nostre parti qualcuno abbia perso la bussola”. Fazio, rivolgendosi a Lumia, critica “il frenetico tentativo di alcuni maggiorenti, o ex tali, di fare da trait d’union col governo regionale” e chiede alla segreteria regionale “di impedire ad esponenti certamente illustri ma non titolati di assumere posizioni ufficiali in nome e per conto del partito”. Anche Miguel Donegani, deputato regionale gelese, oggi si fa sentire sul tema: “L’idea lanciata da Lumia circa un Pd siciliano autonomo dal Pd nazionale – sottolinea – non mi affascina per niente. D’altronde, asserire che nel partito ci vuole una
maggiore autonomia può significare tante cose. Ciò che avverto in concreto, invece, è la necessità di un Pd siciliano più presente nel Pd nazionale. Ed è ciò che ci chiedono gli iscritti”.

Già, gli iscritti, che sul tema del rapporto col governo Lombardo, pietra dello scandalo in casa democratica, avrebbero dovuto essere sentiti in una consultazione. Della quale ancora nessuno sa niente. Non è il momento della base, per ora a farla da padrone sono le correnti. Quella di Lumia e Cracolici, che era uscita sconfitta dal congresso ma è riuscita a condizionare la linea politica del partito negli ultimi mesi, ieri si è riunita a lungo. Tanti i distinguo e i mal di pancia tra gli ex Ds per quella che molti hanno ritenuto una fuga in avanti da parte del senatore di Termini Imerese. Un malessere che diversi deputati regionali, come Roberto De Benedictis e Bruno Marziano, hanno  manifestato apertamente con tanto di comunicati stampa. Sempre più defilato Davide Faraone, che ieri ha detto che è meglio tornare a votare piuttosto che continuare a galleggiare, condannando ogni ipotesi di scissione. Ipotesi che Antonello Cracolici ha tenuto a precisare non è all’ordine del giorno. L’idea è quella di un partito federato che però non si fa dettare la linea da Roma, ha spiegato il capogruppo. Roma, altro problema. Perché tra gli alti papaveri del Pd nella capitale nessuno sembra guardare di buon occhio quanto si muove in Sicilia. La riunione di domani servirà a capire meglio quali sono i reali intenti, alla luce della fronda interna, dell’area Lumia e Cracolici. Che oggi è tornato a parlare di governo tecnico, ipotesi che Miccichè ha già ampiamente bocciato. Lumia, invece, ha bollato come “reazioni scomposte” le critiche delle ultime ore, che arrivano, a suo dire, “da parte di chi non ha un’idea, un progetto, una strategia e vive solo di posizioni consociative e di supina fedeltà ai capicorrente”. Il senatore ha ribadito che l’obiettivo è quello di “un Pd autonomo e federato con quello nazionale, libero dal correntismo romano, che progetta e decide nei territori per tradurre le istanze di cambiamento della Sicilia in azioni politiche incisive”.

Ci sono poi gli ex democristiani di Innovazioni, più attratti dall’idea di un governo politico con Lombardo, che diranno la loro in una kermesse pubblica convocata peri primi di luglio. Una babele, insomma. “Le correnti sono veleno per il Pd”, ha detto con insolita durezza il segretario Giuseppe Lupo, giusto ieri, declinando l’invito a presenziare alla riunione di domani. Alla quale non è ancora dato sapere chi parteciperà e chi no. “La fanno in una cabina telefonica?”, scherzava oggi un esponente del partito dell’ala più distante da Lombardo. La risposta si attende domani, dal San Paolo Palace.


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