ROMA – Sulle stragi di mafia del ’92-94 (Capaci, Via d’Amelio, Georgofili, Via Palestro, le bombe a Roma e il fallito attentato all’Olimpico), “deve essere approfondita la possibilità che ci sia la responsabilità di ambienti e persone che non sono mafiosi. Io ho messo in fila una serie di cose note sollecitando una riflessione. Il Paese deve avere la volontà di approfondire. Perché sulle stragi si sa molto, ma non si sa tutto. Questo Paese sconta un deficit di conoscenza e memoria su certi fatti”. Lo ha detto Nino Di Matteo – neoletto consigliere al Csm ed ex pm al processo sulla trattativa Stato mafia – intervistato da Lucia Annunziata a ‘Mezz’ora in più’.
“Voglio riferirmi – ha spiegato Di Matteo – solo a sentenze definitive: la condanna del senatore Dell’Utri per associazione mafiosa. In quella sentenza viene sancito un fatto”, che “venne stipulato un patto tra le famiglie mafiose con Silvio Berlusconi. Dell’Utri è stato condannato come intermediario di quel fatto almeno fino al 1992. C’è una sentenza di primo grado che dice che Dell’Utri l’intermediario lo ha svolto anche nel 1994 quando Berlusconi era premier e continuava a versare centinaia di milioni a Cosa Nostra”. “Questo elemento”, ha proseguito Di Matteo anche riferendosi a Matteo Salvini e Matteo Renzi che criticano il fatto che Berlusconi sia ancora indagato a Firenze per le stragi del ’92-93, “viene continuamente ignorato” dalla “gran parte dell’opinione pubblica e anche da una parte della politica. Quando si parla di ‘accuse senza straccio di prova’, c’è una base di sentenze che viene dimenticata. Le indagini sono doverose”. Secondo l’ex pm antimafia, “è un po’ calata l’attenzione sulla necessità di approfondire tutte le piste investigative secondo le quali insieme a Cosa Nostra altri abbiano responsabilità. Quelle del 1993 sono stragi anomale, che non sono state fatte per mera vendetta. La storia di Cosa Nostra ci insegna che loro hanno cambiato strategia a seconda dei momenti. Sono sempre pronti a riorganizzarsi”. Cinque anni fa – è stato ricordato durante l’intervista – è stato sventato il piano della mafia di far saltare per aria Di Matteo con 200 chili di tritolo.
(ANSA).