CATANIA – Le intercettazioni del Ros, effettuate durante l’ultimo summit della cupola continuano a riservare sorprese. Tra i presenti, mentre le cimici registrano, ci sono i nuovi capi delle principali famiglie mafiose della Sicilia orientale. Dai Santapaola ai Nardo, passando per gli affiliati del Calatino. Il mensile “S” in edicola e disponibile online pubblica tutte le intercettazioni integralmente svelando gli appalti nel mirino del clan. Ecco un’anticipazione dell’inchiesta di Roberta Fuschi.
Anche dopo l’arrivo del boss Seminara si continua a parlare di affari, nello specifico di alcuni magazzini di trasporti. Il momento è delicato perché il cuore della conversazione verte su Salvatore Di Benedetto e Giovanni Pappalardo, “carusiddi” della famiglia calatina. Floridia, il capo dei Nardo di Lentini, non si fida di entrambi. Da qui e dai comportamenti sospetti dei due ragazzi prende le mosse la discussione sulle attività estorsive. “Anche questa storia. Voi la state descrivendo in questo modo, ma non è così. Voi l’avete spiegata in questo modo, ma non è così, per una mia conoscenza”, dice Floridia in riferimento alle versioni discordanti dei caruseddi e riporta un esempio per convincere Seminara. “Ditemi una cosa, Zio Turi, sempre che mi … perchè mi insegnate, ora mi dite … quello che ho fatto io! … Voi che avete i camion, una Famiglia distrutta e tutte cose sequestrate, è amicizia che io vengo da Voi e vi dico: “Zio Turi fatturate che poi i soldi me li dai … tutti!” Sono azioni buone, Zio Turi!?”. Poi è più esplicito: “Lo Zio Turi ha mandato a dire una cosa, di fare una cosa, e invece a me sono venuti a dirmene un’altra! Minchia … c’è una bella differenza!“. “Sì perché l’estorsi..”, si lascia scappare il paternese. Per mettere le cose in chiaro il vecchio espone la sua versione dei fatti. “E allora io di punto in bianco che gli sto dicendo: e va bene -dico- se c’è quello che fa i trasporti … se c’è … e chi è che c’è, che io non lo so, si ci parla, se può fare questo tipo di lavoro, che fa centomila euro di trasporti per lui? E sono i suoi! Quello gliene da centocinquanta … ce ne fattura centocinquanta … centoventi … centodieci … le dieci vanno alla famiglia … i cento sono i suoi che fa un lavoro! Mi spiego o no?“. E puntualizza: “Se ci va cuntannnu nautra cosa..io sono fuori”. Il clima si surriscalda quando al “vecchio” dicono che il suo nome non è stato mai fatto dai due picciotti. “Non lo hanno detto mi sta mandando lo zio Turi”, chiarisce il paternese. I presenti elogiano l’operato di “La Ferlita” che li bacia e dice che va da loro per conto del Seminara. Di tutt’altro tenore il comportamento dei carusiddi. “Il nome vostro non si è fatto proprio”, chiarisce Floridia. “E’ venuto Giovanni Pappalardo e u Sciarrotu (Di Benedetto, ndr), giusto!? “Senti qua, abbiamo parlato con mio cugino -Giovanni Pappalardo- abbiamo parlato con mio cugino … ” … che è Aldo Leonardi … il cugino di Giovanni Pappalardo”, racconta. “E’ Aldo Leonardi, la RED.CO.PE. Dice: abbiamo pensato che tu fatturi qualche cosa in più e poi- dice- ce li dai a noialtri”. Aumentare l’ammontare delle fatture e intascare denaro. Floridia è risentito perché in quell’azienda lavora un suo paesano. “C’è un paesano mio e quello che fa lavorare la RED.COPE. è sempre un paesano mio e poi alla RED.CO.PE. forse non ci devi andare più”.
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