Si è concluso intorno alle 18 il primo vero summit di mercato in casa Palermo tra Maurizio Zamparini e Giorgio Perinetti. L’incontro, durato circa tre ore, è servito soprattutto a delineare le prossime manovre di mercato del club rosanero, ma non solo, perché Zamparini e Perinetti hanno parlato anche dello staff medico, di Faggiano che dovrebbe trasferirsi da Siena a Palermo e di Claudio Bordon, ormai vicino al ritorno in Sicilia.
E’ scattata ufficialmente anche l’operazione Arevalo Rios. Luca Cattani ha avuto il benestare per chiudere l’affare. Ma Perinetti e Zampa non hanno potuto parlare in maniera specifica di alcuni calciatori che sono stati inseriti in cima alla lista delle preferenze. Perché? Semplice, non era presente Giuseppe Sannino che comunque è stato aggiornato tempestivamente dal neo vicepresidente esecutivo del club rosanero. Sembra, però, che nel corso di questo summit siano state prese decisioni importanti soprattutto sul futuro di alcuni senatori, in particolare Giulio Migliaccio che avrebbe chiesto di andare via. Non si è parlato tanto di Miccoli, il capitano rosanero infatti attende di incontrare la dirigenza assieme al suo procuratore Francesco Caliandro che intanto, contattato da LiveSicilia, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Perinetti e Zamparini si rivedranno nei prossimi giorni, ma questa volta in compagnia di Sannino e anche di Luca Cattani. Sarà in questa occasione che verranno prese decisioni importanti anche per quanto riguarda giocatori come Miccoli e Silvestre. Mercoledì Zamparini sarà a Palermo per assistere alla partita del cuore e per parlare anche con il neo sindaco del capoluogo Leoluca Orlando. Il tema principale sarà ovviamente quello del nuovo stadio che dovrebbe sorgere allo Zen. Il patron rosanero spera infatti di dare una bella accelerata alle pratiche burocratiche e iniziare finalmente a porre la prima pietra.
S’infittisce, intanto, sempre di più il futuro di Paulo Dybala. Il suo procuratore, Omar Peirone, ha infatti ricevuto delle minacce: “Ho ricevuto delle minacce di morte perché vogliono influenzare la volontà del giocatore di andare o meno in un altro club – ha dichiarato l’agente al quotidiano Dia a Dia – già qualche mese fà mi arrivarono le prime intimidazioni, ma non dissi nulla a nessuno perchè ritenevo fosse una cosa passeggera. Voglio chiarire che in questa situazione non c’entrano le bande legate alla tifoseria. Tutto questo è partito da dirigenti e impresari che sono vicini al mondo del calcio. Io e la famiglia di Paulo siamo molto addolorati per quello che si è venuto a creare, vogliamo solo la sua tranquillità…”.