PALERMO – L’avocato ha preferito chiudere la sua vicenda giudiziaria con un patteggiamento. Davide Canto è stato condannato a due anni per favoreggiamento. Secondo l’accusa, avrebbe passato informazioni riservate a un presunto boss della Noce. Resta aperta la questione disciplinare che sarà affrontata dall’Ordine degli avvocati di Palermo a cui Canto è iscritto.
Nei mesi scorsi la Procura e l’indagato non avevano trovato l’accordo ed era starà respinta una richiesta di condanna a un anno e otto mesi. Ora l’intesa è stata raggiunta innalzando la pena a due anni.
Il nome del penalista saltò fuori, due anni, fa nel corso di un blitz antimafia. I poliziotti della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile azzerarono il clan della Noce. Furono 41 le persone arrestate fra capi, gregari e picciotti. Sono tutti sotto processo. Quando i pubblici ministeri Francesco Del Bene, Amelia Luise e Gianluca De Leo, coordinati dall’aggiunto Vittorio Teresi, chiusero l’inchiesta stavano per chiedere il rinvio a giudizio di Canto assieme al presunto Gotha del mandamento mafioso.
Dalle intercettazioni venne fuori che il legale, secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbe passato informazioni su un’inchiesta a Renzo Lo Nigro, accusato di fare parte del clan. L’avvocato si è sempre difeso sostenendo che Nigro in passato era stato suo cliente. Una tesi che non aveva convinto i pubblici ministeri pronti a chiedere di processarlo assieme a capi e gregari del mandamento mafioso della Noce.