Sviluppo economico, Lo Bello: | "La Sicilia guarda al futuro" - Live Sicilia

Sviluppo economico, Lo Bello: | “La Sicilia guarda al futuro”

Il rilancio economico della Sicilia è stato il tema al centro del dibattito tenutosi stasera alla festa dei democratici.

Festa dell'unità
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CATANIA – “Offriamo sviluppo alle persone, facciamo davvero qualcosa di sinistra”. Così Cesare Damiano, presidente commissione Lavoro alla camera dei deputati, prendendo parola stasera al dibattito “La Sicilia col segno più. Quali misure per lo sviluppo e la crescita” dal palco Sicilia della festa dell’unità. Le scelte del governo nazionale, legge di bilancio e lacune dell’unione europea: sono stati i temi su cui Damiano si è soffermato nel corso del suo intervento.

È vero – ha proseguito – che dal segno meno siamo passati al più, ma la crescita è debole ancora. Per creare occupazione serve che l’occupazione salga quanto meno di due punti. Ma siamo ancora allo zero. Il trend è stagnante“. Damiano si sofferma poi sulle politiche europee: “Con la politica del rigore – ha spiegato – e dei tagli abbiamo semplicemente prolungato gli effetti della crisi. L’Europa non sta funzionando. Diciamolo. Io sono un convinto europeista, ma le scelte messe in atto sono state sbagliate, perché hanno punito l’Italia assieme a tutta l’area mediterranea. Non possiamo avere da un lato l’accoglienza e dall’altro il filo spinato. Così come non possiamo avere dei burocrati liberisti che bloccano lo sviluppo. Occorre dare una spinta agli investimenti. Come? Vorrei un partito che apprezzi ancora la lotta politica e dove le persone non si limitino ad assecondare quello che comanda. Credo nel confronto e nel compromesso che trova le soluzioni: serve una lotta politica in Europa”.

Ma non è stato severo nel giudizio su Matteo Renzi. “Il Renzi 1 non mi è piaciuto, ma il Renzi 2 sta migliorando”- ha detto Damiano. “Il premier sta facendo correttamente quella lotta al rigore nei confronti dell’Europa. Il primo punto da conquistare credo sia quello della flessibilità. Ancorarsi all’idea di dover rimanere a tutti i costi nei parametri di Maastricht come fossero i dieci comandamenti non sarà la cosa giusta”. E aggiunge: “Costruire una buona la legge di bilancio che si regga sui pilastri degli investimenti e su quelli dell’equità sociale è il primo passo per migliorare le cose. Sono contrario alla tesi del ministro Calenda che afferma che tutti i soldi debbano essere racimolati ed emessi per gli investimenti per la produttività, rimandando ad un secondo momento l’equità sociale, ebbene io dissento: le persone hanno bisogno di risposte di equità sociale adesso, non domani”.

Insomma, il rilancio economico della Sicilia è stato il focus del dibattito, che ha visto fra gli altri ospiti anche il vice presidente della Regione siciliana, Mariella Lo Bello. L’assessore è entrata nel merito delle possibilità di sviluppo dell’isola: tema che assume ancor più rilevanza alla luce degli oltre due miliardi d’investimento destinati al sud nell’ambito della legge di stabilità. “Dal 2008 a ora – ha detto Lo Bello – abbiamo avuto sempre il segno negativo. Sono dati che devono farci molto riflettere, specie se pensiamo che quest’anno abbiamo avuto l’1,5% mentre l’anno scorso uno 0,50. Il merito sicuramente è stato dell’accelerazione alla spesa e e la lotta agli sprechi. Ma dobbiamo guardare al futuro. Abbiamo avuto una grande difficoltà all’inizio dei nostro lavoro, soprattutto in merito all’utilizzo dei fondi europei. Le vecchie programmazioni non hanno hanno lasciato nulla alla nostra Regione. Adesso invece abbiamo speso tutto. Al momento, inoltre sono in corso delle trattative serrate riguardo alcune decertificazioni. Entro dicembre dobbiamo certificare qualcosa come 130 milioni di euro, soldi spesi che vanno rendicontati”. E aggiunge: “Abbiamo avviato dei bandi a sportello, modificando il sistema dei bandi al fine di snellire ulteriormente le spese”.

Amara la considerazione di Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative. “Abbiamo perso tante opportunità. Da anni sento questi discorsi. La mia domanda è se forse abbiamo dei problemi nella nostra classe dirigente. Non ci mancano le risorse. I fondi ci sono, ma la Sicilia si è rivelata inadeguata nella gestione. Ma non mi sottraggo, le responsabilità riguardano noi tutti. Ma il peso della politica è differente”. Troppe mistificazioni secondo Mancini che sottolinea: “Non è vero che si vuole risolvere il problema del precariato: sono i precari a rappresentare il bacino di consensi della politica stessa. La strategia è sicuramente importante e lo è anche parlare di progetti, ma è importante rivedere l’intero quadro della situazione”. Pragmatico l’intervento di Giuseppe Laccoto, deputato all’assemblea regionale siciliana: “Occorre soprattutto una semplificazione amministrativa che aiuti le imprese anziché vessarle. Il fatto che la festa dell’unità si sia svolta a Catania dimostra certamente un’attenzione nei confronti della nostra terra da parte della politica”.

 

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