PALERMO – “Incomprensibili i tagli ai contributi. Dove abbiamo sbagliato?”. È un coro di protesta quello che arriva dagli enti e dalle associazioni della ex Tabella H che hanno visto drasticamente ridotti i contributi regionali assegnati. Non si chiama più Tabella H ma la questione continua a far discutere. Quest’anno la scure del governo regionale si è abbattuta soprattutto sui contributi alle associazioni culturali e antimafia siciliane e la protesta è stata immediata e accorata.
A parte pochi casi che superano i centomila euro, sono decine gli enti e le associazioni che fanno capo all’Assessorato regionale per i Beni culturali che hanno ricevuto microcontributi con un sistema che potrebbe essere definito, senza tema di smentita, a pioggia.
I finanziamenti più sostanziosi vanno all’Associazione per la Conservazione delle tradizioni popolari (168.000), alla Fondazione Giuseppe Whitaker (154.000) e all’Istituto Gramsci Siciliano Onlus (106.400). Esemplificativo, proprio quest’ultimo caso, della biblioteca con sede ai Cantieri culturali della Zisa, per spiegare quanto siano stati ridimensionati in fase di liquidazione i contributi assegnati dall’Assessorato: per il Gramsci, infatti, erano stati previsti inizialmente 190 mila euro.
Il grido più forte questa volta arriva dalle associazioni antimafia siciliane, il Centro Pio La Torre e la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone in primis, che hanno visto drasticamente ridotti i contributi assegnati per l’anno 2017. “Su una richiesta documentata di 279.900 euro – scrive in una nota il Centro studi Pio La Torre – è stato assegnato un contributo di 16.800 euro. Vorremmo conoscere – prosegue la nota – le motivazioni di tale misura penalizzante e sapere dall’attuale governo e da quello precedente che l’ha predisposta, cosa pensano che il Centro Pio La Torre, dopo 32 anni di attività, abbia sbagliato”. La cifra destinata dall’Assessorato al centro guidato da Vito Lo Monaco ammontava inizialmente a 80 mila euro, ma la reale disponibilità economica ha spinto l’amministrazione regionale a ridurre proporzionalmente tutti i contributi della tabella, fino alle cifre che poi sono state effettivamente sbloccate.
“Se occorre tagliare i costi, nessuna obiezione. A patto che i criteri per questi tagli siano legittimi, trasparenti e non punitivi – è intervenuto il deputato regionale Claudio Fava -. La decisione del governo Musumeci di ridurre i finanziamenti alla fondazione Pio La Torre ad un ventesimo di quelli richiesti (tutti per attività documentata) non è una scelta, sia pur opinabile ma legittima, di riduzione dei costi: è un atto di manifesta, umiliante e incomprensibile ostilità”.
Stessa amarezza, di fronte ai tagli dei contributi, anche alla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. “Abbiamo appreso dalla stampa – è il commento invece di Maria Falcone, la presidente – del taglio dei fondi che la Regione avrebbe destinato alla nostra fondazione, una fondazione che da 25 anni si dedica all’educazione alla legalità e alla diffusione della conoscenza della criminalità organizzata per creare nelle nuove generazioni una consapevolezza e una coscienza antimafiosa. Troviamo francamente grave – ha aggiunto – che l’attività che da un quarto di secolo portiamo avanti sia stata sottovalutata proprio da chi, come la Regione che della fondazione è socio fondatore, ne conosce l’importanza”.
A dare forza alla protesta degli enti anche la Cgil: “Non comprendiamo come mai le risorse siano state tagliate in percentuale maggiore proprio alle associazioni culturali da anni impegnate in attività antimafia – dichiara il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo. – Chiunque l’abbia stabilito, non è comunque un segnale positivo. Questo gesto fa il paio con le prime dichiarazioni fatte dal neo presidente dell’Ars sulla volontà di dire addio alla Commissione Antimafia. Il messaggio che arriva ci preoccupa”.
Il via libera allo sblocco dei contributi regionali per gli enti e le associazioni che avevano fatto richiesta ai diversi assessorati di un sostegno economico per la realizzazione di iniziative di validità sociale e culturale è arrivato dalla giunta Musumeci alla fine del 2017. Un piano a cui la nuova giunta ha apposto la firma ma che arriva direttamente dal governo Crocetta. Il presidente della Regione Musumeci però ha annunciato contestualmente che opererà dei cambiamenti per evitare in futuro “vistosi e iniqui squilibri tra un assessorato e l’altro”. “Le parole del presidente Musumeci, che ha esplicitamente fatto riferimento a una iniquità nelle ripartizioni delle risorse stabilite dal Governo precedente, – aggiunge Maria Falcone – ci rendono tuttavia fiduciosi che si possa trovare una soluzione per il presente e che si torni comunque nel futuro a criteri di valutazione giusti”.
“Le proteste degli enti – spiega l’assessore all’Economia Gaetano Armao – sono comprensibili, ma noi purtroppo non avevamo scelta. Quei contributi sono il frutto dell’iter compiuto dalle commissioni interne degli assessorati che si sono a loro volta basate sulla normativa voluta dal governo Crocetta. Ci siamo quindi trovati di fronte a un bivio: potevamo decidere di annullare tutto, bloccando ognuna delle erogazioni, o limitarci a questa distribuzione, di fatto resa obbligatoria dalla legge voluta dal vecchio governo. Di sicuro c’è che vogliamo cambiare questo stato di cose: non è possibile – conclude Armao – che tanti enti prestigiosi debbano subire penalizzazioni di questo tipo”.