Gli imprenditori finiti agli arresti domiciliari per le presunte mazzette pagate al funzionario regionale compiacente citavano capi di governo, ministri, senatori, presidenti della Regione. Parlavano di presunti incontri, di cene, viaggi e trasferte romane. E i magistrati si chiedono allarmati come "vengono realmente curati gli interessi pubblici”.