L’avviso di conclusione delle indagini dal parte del procuratore aggiunto Ada Merrino e il sostituto Antonio Carchietti riguarda solo uno dei fascicoli giudiziari che turbano i sonni di chi fa o ha fatto politica a Messina. Come spiega il numero di "S" attualmente in edicola il ciclone giudiziario che potrebbe lasciare sul campo nuove “vittime” è solo all'inizio.
Gli inquirenti raccontano il raggiro tentato dall'Ancol di Priolo. Per ottenere un finanziamento da 98 mila euro servono quindici ragazzi disposti a partecipare a un corso di formazione per segretari. Ma i giovani non si trovano. Così, Daniela D'Urso invita la collega della sede siracusana ad attivarsi "in qualunque modo". Intanto, la guardia di finanza sequestra beni per 3,5 milioni agli indagati nell'inchiesta.
Dalle carte dell'inchiesta, che ha travolto tre enti di formazione della città dello Stretto, viene fuori un meccanismo di sovrafatturazioni che avrebbe consentito agli indagati di intascare i soldi pubblici destinati ai corsi. Il J'accuse del gip: "Sistema asservito agli interessi di alcuni politici".