Ma ve l'immaginate cosa accadrebbe, a filo di ironia e paradosso?

Parla il garante dei detenuti in Sicilia, Giovanni Fiandaca. "Cose assolutamente inaccettabili".

I parenti "non si toccano", gli agenti "spifferano" le notizie e il padrino resta un fantasma.

DI RICCARDO LO VERSO. Messina Denaro resta l'ultimo dei padrini latitanti. È sempre più solo, però. Perché l'arresto di Vito Gondola, anziano capomafia mazarese, e degli altri dieci fedelissimi, spazza via davvero la cerchia ristretta che gli ha consentito di comandare nonostante la latitanza.

Le indagini che hanno portato all'arresto del latitante sono state condotte dalla Squadra Mobile e dal Servizio Centrale Operativo, sotto il coordinamento della Dda di Catania.

Vicini alla cattura di Messina Denaro. Lo dice una fonte autorevole.

"A un certo punto lo vidi ad Aspra mentre era su una Mercedes blindata con Carlo Guttadauro e dissi 'è Provenzano...'"

Il neo pentito di Bagheria, Antonino Zarcone, conosce i segreti della latitanza dell'astro nascente della mafia palermitana. A quattro anni dalla cattura di Gianni Nicchi ripartono le indagini sull'asse Palermo-Villabate. Ed è caccia ad "un arsenale di armi pesanti".

L'affermazione del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera.

Il procuratore aggiunto Teresa Principato. Il processo Rostagno. La domanda di uno studente. La risposta, con Messina Denaro sullo sfondo.

Il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, a proposito del boss Matteo Messina Denaro: "Gode di protezioni. Ma...".

La Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta sulla presunta mancata cattura del capomafia. Il maresciallo dei carabinieri Saverio Masi riferì di avere individuato il latitante nel 2004, a Bagheria, ma i suoi superiori avrebbero bloccato le indagini.

Arrestatii Antonio Mirabelli, 49enne pregiudicato (nella foto), latitante da tre anni e Giovanni Lo Cascio, 86 anni, esponente di spicco della famiglia mafiosa di Brancaccio.

Il militare all'epoca era in servizio nel comando provinciale Carabinieri di Palermo e dice di avere "ricevuto inspiegabili ordini di non proseguire le indagini e di aver subito lo stesso tipo di ostacoli denunciati da Masi", l'altro carabiniere che ha raccontato fatti analoghi.

La denuncia del maresciallo capo dei carabinieri, Saverio Masi, oggi caposcorta del pm Di Matteo. Il militare, che ha presentato un esposto alla Procura di Palermo, denuncia le pressioni cui sarebbe stato sottoposto per farlo rinunciare alla cattura dei due latitanti.