A seguito della “chiamata alle armi” da parte del boss Totò Riina e alle minacce di morte pervenute ai magistrati del processo “trattativa”, l’associazione studentesca ContrariaMente – Rete Universitaria Mediterranea, ha affisso, dal balcone dell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, uno striscione su cui si legge “Tu da che parte stai? Con Di Matteo”.

Dopo le minacce di Riina, scatta la solidarietà per il pm Di Matteo.

Il magistrato in un'intervista a la Repubblica: "Per il momento non ho alcuna intenzione di lasciare la mia città, so che nella mia terra tanti semplici cittadini condividono un sogno di giustizia e di verità".

"Delicatissima vicenda, serve l'attenzione degli organi preposti alla sicurezza".

Il commento del procuratore di Palermo all'inquietante vicenda che vede coinvolto il pm Nino Di Matteo, vittima di minacce.

PARLA DI MATTEO.

Il padrino corleonese, nonostante il 41 bis, continuerebbe a reggere le fila di Cosa nostra. Dal carcere, tramite i suoi parenti, avrebbe mantenuto i contatti con l'esterno. Le indagini della Procura di Caltanissetta si spingono fino in Salento. E dai colloqui con i parenti emerge una frase inquietante: "La Juve è una bomba".

Il pm ha ribadito la necessità di citare a deporre come teste il presidente della Repubblica.

Il sindaco della città normanna, Filippo Di Matteo, attacca il governatore e l'assessore Michela Stancheris: "Bisogna valutare i progetti tenendo conto della loro validità e non delle appartenenze politiche".

I residenti lanciano l'allarme sulle condizioni del villaggio situato sopra San Martino, ma il sindaco di Monreale Di Matteo replica: "Non abbiamo fondi".

Un centinaio di palermitani hanno partecipato alla manifestazione in sostegno del pm che ha indagato sulla trattativa Stato-mafia.

Manifestazione di solidarietà davanti al palazzo di giustizia: "Palermo sta con Di Matteo, dovete ucciderci tutti".

Un anonimo scrive che Matteo Messina Denaro progetta l'attentato contro il pm antimafia con l'avallo del capo dei capi. Che avrebbe dato l'ok tramite il figlio. Tra i due ci sarebbe stato un "contatto" definito non ufficiale.

Scambio al vetriolo tra ex magistrati che non si sono mai amato. Ingroia attacca "certi ex magistrati di cui non ci si può fidare". Il portavoce di Grasso gli risponde.

Immediate le contromisure messe in atto dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza: scorta rafforzata, coinvolto nella tutela del giudice anche il gruppo intervento speciale dei carabinieri.