L'uomo, elemento di spicco del gruppo capeggiato da Francesco Montagno Bozzone, collegato alla cosca Mazzei, è stato condannato per avere partecipato alla fase esecutiva dell’omicidio di Domenico Calcagno.

I protagonisti dello scambio epistolare sono Giovanni Di Giacomo, killer del clan di Porta Nuova, e suo fratello Giuseppe, che aveva scalato le posizioni di vertice del mandamento prima che qualcuno ne bloccasse l'ascesa con il piombo per le strade del rione Zisa.

Nelle immagini acquisite dalla Questura si vedono due uomini che sparano, ma i volti sono coperti dai caschi integrali. Intanto in Questura, questa mattina, è stato ascoltato nuovamente il figlio dei coniugi assassinati.

Valentina Pilato finisce sotto processo saltando, su decisione del pubblico ministero, la fase dell'udienza preliminare. Si dovrà difendere in Corte d'assise, a partire dal 2 ottobre prossimo, dalle accuse di omicidio e occultamento di cadavere.

I carabinieri hanno ricostruito gli ultimi istanti di vita di Aldo Naro, ucciso con un calcio durante una serata in discoteca, ed emergono una serie di circostanze da chiarire.

Dopo il via al processo al 17enne reo confesso di avere sferrato il calcio mortale ad Aldo Naro, parla il papà del giovane medico di San Cataldo vittima della folle notte al Goa. "Ciò che racconta l'imputato non convince, sta proteggendo qualcuno. Il perdono? Solo di fronte al pentimento".

Sotto accusa per la morte del giovane neolaureato in medicina c'è un diciassettenne, reo confesso di avere sferrato il calcio mortale alla tempia di Aldo all'interno della discoteca Goa, allo Zen di Palermo, nel febbraio scorso. La difesa aveva chiesto la sospensione del processo e la messa alla prova, il giudice minorile l'ha negata. A novembre la sentenza. La madre: "Non perdono".

"Abbiamo raccolto nuove prove, siamo certi che stavolta chi crede la farà franca pagherà". Emanuela Biondo, sorella del cameraman trovato senza vita nel suo appartamento di Madrid il 30 maggio di due anni fa, non si arrende: "Vogliamo sapere tutto su quella notte".

Confermata la condanna all'ergastolo per Samuele Caruso, omicida reo confesso di Carmela Petrucci (nella foto), la studentessa di 17 anni assassinata il 19 ottobre 2012 nell'androne dello stabile in cui viveva, in via Uditore, a Palermo.

La Procura generale ha impugnato, in maniera particolare, la parte della sentenza in cui erano state concesse le attenuanti generiche. Il processo a carico dei due imputati è stato celebrato con il rito abbreviato davanti al giudice del tribunale di Sciacca.

Quattro persone sono state arrestate dai carabinieri con l'accusa di avere causato la morte di un uomo durante un incidente stradale e per averne accoltellato un altro. Le vittime viaggiavano in auto insieme a una bambina. La piccola è rimasta illesa.

Sono cessate le esigenze cautelari legate alle indagini sull'omicidio del giovane neolaureato in Medicina, ucciso da un calcio alla tempia sferrato da un minorenne reo confesso del delitto. Il locale rientra in possesso dei proprietari ma senza licenza da ballo.

C'è un colpevole. Reo confesso del delitto. Ci sono, però, tante altre presunte responsabilità da accertare. Lo confermano le indagini che scavano nelle conversazioni dei protagonisti e nelle voci dello Zen.

Non convincono le testimonianze di molti protagonisti della folle notte nella discoteca palermitana. Secondo i carabinieri “erano in realtà mirate dolosamente a sminuire la gravità dell'accaduto e a favorire l'autore del reato".