Lentini, donna morta in casa: per i pm è omicidio - Live Sicilia

Donna morta a Lentini: ‘Suicidio inverosimile, è omicidio’

Il marito ha detto di avere trovato la moglie morta in casa

PALERMO – C’era sangue ovunque sabato sera nella casa di via Ronchi, nel centro storico di Lentini. Il taglio alla gola della povera Naima Zahir era netto. Non le ha lasciato scampo. I sospetti si sono concentrati sul marito, Massimo Cannone, per due motivi: le sue dichiarazioni appaiono inverosimili e la scena del crimine è stata alterata.

La Procura di Siracusa ha disposto l’autopsia. Era fissata per domani, ma potrebbe essere anticipata ad oggi. Bisogna fare in fretta, per mettere un punto fermo nelle indagini. La direzione del taglio potrebbe smentire l’ipotesi del marito (suicidio) e confermare quella degli investigatori (omicidio).

Cannone sostiene di essere rientrato a casa e di avere trovato la moglie a letto con il coltello conficcato alla gola. Anticipa le conclusioni. Si sarebbe tolta la vita. L’uomo estratto la lama, ma la donna era già morta. Gli agenti della squadra mobile di Siracusa, diretta da Gabriele Presti, lo hanno interrogato a lungo.

La sua ricostruzione l’ha poi fornita anche in televisione, intervistato dalla trasmissione “Ore 14” di Rai due. Quando sono arrivati i poliziotti è stato facile accertare che Cannone avesse cercato di ripulire il pavimento. Egli stesso ha ammesso di averlo fatto, perché non voleva che il figlio diciannovenne vedesse il sangue. Di sangue, però, ce n’era tanto altro nella camera da letto. Il tentativo di proteggere il ragazzo limitandosi alla pulitura del pavimento non viene ritenuto verosimile.

Entrare in casa, trovare la propria moglie morta e per prima cosa ripulire il pavimento: anche questa viene considerata una stranezza. Più logico sarebbe stato chiamare i soccorsi. Cosa che invece ha fatto il fratello avvertito da Cannone, il quale aggiunge di avere inviato un messaggio al figlio, invitandolo ad andare a casa del parente dove lo avrebbe raggiunto appena possibile. Una scelta, anche questa, dettata dalla voglia di proteggerlo.

Anche il figlio, che quella sera, così ha detto, non era in casa, è stato ascoltato più volte. Ci sono dei passaggi da verificare anche nella sua ricostruzione dei fatti.

La verità su orari e spostamenti della tragica sera potrebbe arrivare dall’analisi delle telecamere. Qualcuna inquadrerebbe la strada del delitto. L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Gaetano Bono, scava nel rapporto di coppia e nelle vicende familiari. Apparentemente non c’erano contrasti fra marito e moglie, originaria di Casablanca, in Marocco. Lui fa il tappezziere, lei la casalinga.


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