"Carissimo e stimatissimo fratuzzo mio... chi può permettersi di giudicarvi a te e a mio figlioccio? Voi siete le persone storicamente più vicine alla mia famiglia, voi avete dato tanto a me. Niente e nessuno può giudicarvi all'infuori del sottoscritto. Voi siete e fate parte integralmente della mia famiglia. se c'è qualche individuo che crea confusione, a quale titolo? Chi é e cosa rappresenta?". E' un passo di una missiva - scritta in carcere dal boss Giuseppe Scarvaglieri e letta da Alfredo Mannino ad un componente del gruppo. Ad intercettare la lettura di uno messaggi con i quali il boss continuava dal carcere ad impartire disposizioni al clan, sono stati gli investigatori della Polizia di Stato, che hanno disarticolato, decapitandone i vertici, la cosca Scalisi di Adrano, collegata alla cosca Laudani di Catania, eseguendo una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 36 presunti appartenenti al clan accusati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, traffico di droga, tentato omicidio, estorsione, rapina, furto, ricettazione, danneggiamento. "Ho dato incarico - prosegue Mannino leggendo la missiva di Scarvaglieri - a mio figlioccio. Devi essere a fianco a lui, uniti su tutti i punti di vista. Chi si ritiene vicino alla mia famiglia deve rispettare le mie decisioni. Tutti devono stare vicini a voi. Chi non accetta questo non fa parte della mia famiglia. Chi fa uso e consumo del mio nome per i propri interessi avrà ciò che merita. Voglio solo che si fanno cose buone con serenità e lealtà".