Dal furto di droga alle sigarette| Tantillo: "Nomi e affari dei boss" - Live Sicilia

Dal furto di droga alle sigarette| Tantillo: “Nomi e affari dei boss”

Giuseppe Tantillo

Tutto iniziò con un summit al ristorante. I verbali inediti del nuovo pentito di Palermo.

PALERMO – I boss di Porta Nuova avevano rubato un grosso quantitativo di droga. Trentasette borsoni, 840 chili di erba con cui riempirono le piazze dello spaccio di uno dei più potenti mandamenti mafiosi di Palermo. L’importante era tenere la bocca chiusa per evitare guai con i mafiosi di Partinico a cui la marijuana era stata rubata. Un colpo basso nella guerra per la sopravvivenza tra i clan della Nuova Cosa nostra.

È uno dei retroscena contenuti in un verbale finora inedito di Giuseppe Tantillo, mafioso del Borgo Vecchio che ha deciso di pentirsi. Il 13 settembre scorso, in una località protetta, ha ricostruito ai pubblici ministeri gli affari della marijuana, ma anche della cocaina e delle sigarette di contrabbando. I boss alle prese con la crisi economica tornano ai vecchi traffici. Alla polvere bianca, all’erba e alle bionde vendute nelle bancarelle dei rioni popolari della città.

Degli affari si parlò ad una delle tante “mangiata in un ristorante nella zona di via Imera”. Era il 2011. Giuseppe Di Giacomo, boss che nel 2014 sarebbe stato ammazzato, “che ci aveva incaricato (Tantillo si riferisce a a se stesso e al fratello Domenico, ndr) del Borgo Vecchio… di occuparci di estorsioni, cose varie, traffici”, organizzò un incontro con “Tommaso Di Giovanni, Alessandro D’Ambrogio, Nino Ciresi…”. C’erano pure “Nicola Milano, Lo Iacono Tonino, Rodolfo Allicate, Antonio Seranella… in cui venimmo presentati come responsabili del Borgo Vecchio”.

Fu allora che i Tantillo ricevettero la confidenza: “… ci chiesero se avevamo un magazzino in cui loro potessero scaricare un quantitativo di hashish, di erba… di questa cosa non si doveva sapere niente, perché era un furto a persone di Partinico (in un passaggio successivo del verbale chiarirà che si trattata di mafiosi del popolo centro in provincia di Palermo, ndr) … era assai… che dopo l’avrebbero uscita nei vari quartieri…”. Forse non solo a Porta Nuova, perché probabilmente c’era un accordo con altri mandamenti.

E venne il giorno della consegna: “… sono venuti al Borgo Di Giacomo, Milano e Seranella… ci hanno detto che c’era il furgone dove c’era l’hotel President (un albero oggi chiuso a pochi passi dal porto, ndr) in cui si doveva scaricare… Seranella si mise alla guida e portò in furgone in via Corselli numero 15 in cui fu scaricato tutto là velocemente…”. In realtà, non era un magazzino, ma “una casetta che avevamo io e mio fratello…”, dove i fratelli Tantillo ricevettero da D’Ambrogio l’incarico di pesare la droga – “840 chili” – che poi “Seranella con il suo fratello Biagio con un furgone Doblò venivano a fare vari viaggi, diciamo di 50 chili alla volta, 100 chili alla volta e hanno iniziato a distribuirla…”.

C’era un gran viavai in quei giorni nel popolare quartiere palermitano dove Tantillo è il più conosciuto dei cognomi. I boss si passavano il testimone degli affari: “Poi cui fu l’arresto di Di Giovanni e il giorno successivo Di Giacomo insieme a D’Ambrogio ci aveva detto che se la dovevano portare tutta perché l’avevano venduta… Seranella Antonio e Biagio se la sono portata tutta e hanno lasciato venti chili per la famiglia del Borgo”.

I fratelli Tantillo diedero prova di affidabilità e arrivò un nuovo incarico. Fu Alessandro D’Ambrogio, in cella con l’accusa di avere retto le sorti del mandamento, a incaricarli “di interessarci del traffico delle sigarette di contrabbando… visto che già ci eravamo occupati in un primo momento delle sigarette che uscivano dal porto…”. C’era un business in corso con “delle persone con un grosso quantitativo di sigarette di contrabbando… si chiamano Tonino La Vardera e uno Tinnirello che era stato anche arrestato in passato per le sigarette…”.

Anche stavolta si diedero appuntamento al Borgo: “… il giorno dopo è venuto La Vardera e mi disse che c’era il furgone”. Oltre 250 casse di bionde furono trasportate “in un magazzino in via della Cera numero 21 e le abbiamo scaricate…”. Un affare redditizio: li avevano comprate “600 euro a cassa… 130 mila euro… e noi le vendevamo a 900 euro..”. Poi, “è venuto D’Ambrogio è mi ha detto che avrebbe mandato Attanasio La Barbera con un furgone e avrebbe iniziato a distribuirli nel quartiere Ballarò che c’erano tante bancarelle.. ci hanno dato 15 mila euro a noi per la borgata, per i carcerati”.

Non solo marijuana. Nel verbale di Tantillo si fa cenno anche alla droga pesante, “cocaina, 200 grammi, 300 grammi, a settimana, a volte nel periodo di Natale mezzo chilo”. Droga acquistata da” Seranella, Rocco Marsalone… da Guido Spina dello Zen”. “Un chiletto al mese” per mandare avanti la baracca.


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