PALERMO – La guerra fra i tassisti e i titolari di noleggio con conducente arriva anche in Sicilia. Così come a Roma i titolari di noleggio conducente scioperano contro il disegno di legge semplificazioni presentato dal governo, a Palermo i tassisti sono in stato di agitazione per una norma contenuta nello stesso ddl approvato dal Senato e adesso all’esame della Camera dei deputati per la seconda lettura. I motivi delle proteste però sono diversi e opposti.
Una parte della riforma dei servizi di trasporto non in linea escluderebbe dai suoi benefici proprio i servizi di taxi siciliani e sardi. Per la norma sotto accusa, il gap infrastrutturale delle due isole giustificherebbe una differenza di trattamento. Così i tassisti siciliani, privati del possibile regime di favore, ritengono la norma discriminatoria e incostituzionale e programmano per martedì prossimo un sit in davanti a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana.
La proposta di legge all’esame del parlamento nazionale non è gradita alle imprese di noleggio con conducente invece perché introdurrebbe delle regole capaci di restringere il servizio al solo territorio in cui l’azienda ha sede. I Ncc con l’approvazione della norma potranno lavorare solo dentro il Comune dove viene rilasciata l’autorizzazione a svolgere l’attività. L’inizio e il termine di ogni singolo servizio di noleggio con conducente, infatti, dovrebbe avvenire presso la sede centrale o una delle rimesse dell’azienda. Comunque i servizi non potrebbero spingersi oltre la provincia di appartenenza.
Questa norma dovrebbe servire per mantenere la differenza fra il servizio di Ncc e quello di taxi. Il servizio di taxi si rivolge ad un’utenza indifferenziata, mentre il servizio di noleggio con conducente si rivolge all’utenza specifica che avanza, presso la sede o la rimessa, apposita richiesta per una determinata prestazione a tempo o a viaggio. Il servizio di Ncc inoltre non è soggetto ad obblighi di servizio pubblico, a differenza del servizio di taxi che è soggetto a tale obblighi, rientrando tra i servizi di trasporto pubblico locale, sia pure non di linea.
Vincolando al territorio l’attività degli Ncc il governo nazionale favorirebbe i tassisti per via della differenza di servizio che questi offrono. Sarebbero favoriti, però, i tutti i tassisti tranne quelli della Sicilia e della Sardegna. Il testo approvato dal Senato, infatti, prevede che “in ragione delle specificità territoriali e delle carenze infrastrutturali, per le sole regioni Sicilia e Sardegna l’autorizzazione rilasciata in un comune della regione è valida sull’intero territorio regionale”.
Insomma, i vantaggi nazionali non sarebbero validi per i tassisti siciliani che si sono attivati perché la Camera dei deputati elimini la norma approvata dal Senato. Una delegazione di sindacalisti composta da Gaetano Calista e Giuseppe Calafiore di Uritaxi, Orazio Marra segretario regionale dell’Uti, Francesco Cangelosi dell’Arat Sicilia e Carmelo Galeano dell’Ugl Catania sarebbe stata ricevuta da Giancarlo Cancelleri.
I rappresentanti dei lavoratori avrebbero avanzato al leader del Movimento cinque stelle regionale tutte le critiche verso la norma nazionale perché, attraverso i compagni di partito, possa promuovere una modifica nel secondo ramo del Parlamento. “Oltre alla battaglia sul fronte nazionale che combattiamo insieme al segretario nazionale dell’Uritaxi – ha raccontato Gaetano Calista, presidente di Uritaxi – stiamo attivando anche a livello regionale tutti i canali per evitare che venga approvata una norma che noi riteniamo in contrasto con il principio di eguaglianza. Siamo pronti – ha concluso Marra – allo sciopero, questa norma ci danneggia”.