CATANIA – Durc negativo, tentativo di pignoramento parziale al Verga, uno sfratto alla sala Musco e due pignoramenti presso terzi. Sarebbe questa al momento la situazione del Teatro Stabile. La visita degli ufficiali giudiziari di ieri sembrerebbe solo un inizio. Ma del dramma consumatosi in queste ore si aveva già timore da tempo. I problemi dell’ente non sono una novità per nessuno, purtroppo. L’attuale debito del Teatro Stabile di Catania ammonta a oltre 8 milioni di euro. L’ultimo bilancio d’esercizio reso pubblico, cioè quello del 2013 e finito l’anno scorso al centro di una bufera in seno alla Commissione Bilancio del Comune di Catania – presenterebbe un patrimonio in negativo di circa 1 milione di euro più i debiti pregressi. A seguito del tentativo di pignoramento avvenuto ieri in via Fava, la direzione del teatro tramite una nota rende noto che il pignoramento è già stato bloccato in seguito alla trattativa di transazione avviata dai legali dell’ente con la parte creditrice.
Ma a poche ore dal terremoto abbattutosi sull’ente, Jacopo Torrisi, vice presidente del Cda dell’ente è un fiume in piena e non trattiene lo sfogo. “La situazione dello Stabile è drammatica. – afferma – Io per primo già nel 2014, cioè quando mi insediai come consigliere, assieme all’ex presidente Nino Milazzo denunciammo ai soci ed a tutti gli organi di stampa la grave situazione in cui versava l’ente. Da quando siedo nel Consiglio del teatro abbiamo portato avanti una gestione oculatissima dei fondi a disposizione. Una linea che ha consentito – seppur faticosamente – di tenere in piedi il teatro senza procedere con licenziamenti del personale. Vorrei precisare che il 2012 è stato un anno decisivo per il teatro, ma in negativo purtroppo. L’ente – prosegue Torrisi – all’epoca venne ferito da un taglio pesantissimo di un milione di euro e a programmazione già iniziata, cioè con impegni di spesa già sottoscritti. Da allora la situazione è peggiorata: la riduzione delle risorse ha toccato il 60%, questo di conseguenza non ha consentito di attuare un appianamento delle varie situazioni debitore che già esistevano ancor prima del 2012. Ebbene, – continua – a fronte di una situazione economica finanziaria così problematica, aggravata da feroci decurtazioni e spese fisse per il personale pari ad oltre 150.000 euro al mese, diventa estremamente difficile e complesso avviare un graduale recupero. Da mesi ho richiesto (anche per iscritto) di proseguire con quel percorso di transazioni e rateizzazioni finalizzato al contenimento del debito, un iter già avviato in passato ma bruscamente interrotto di recente. Al prossimo Cda lo riproporrò. Per quel che mi riguarda difendo l’operato del Cda che ha sempre agito con correttezza e scrupolo. Presto pubblicheremo anche tutti i bilanci” – promette Jaocopo Torrisi.
Il vice presidente poi commenta le affermazioni rilasciate ieri al nostro quotidiano dai sindacalisti Antonio D’Amico (Fistel Cisl) e Cosimo Fichera (Ugl Spet.). “Al professor D’Amico, – dice – cui va la mia stima ed amicizia chiedo di essere più preciso nelle sue accuse. Afferma che abbiamo ratificato e operato sui bilanci, ma dice anche di non conoscere i bilanci: mi pare contraddittorio. Come dissi tempo fa ad alcuni soloni che oggi tacciono, chi ha critiche da fare a nostro operato le faccia ma sia preciso, siamo nelle condizioni di rispondere punto per punto. Sono personalmente stanco di queste accuse generiche e generaliste”.
I sindacati già da qualche giorno avevano richiesto la convocazione di un’assemblea aperta dei soci che, però, non avrebbe ancora avuto luogo. “L’unico che ha il potere di indire un’assemblea dei soci è il presidente, – precisa – ma ancora non lo ha fatto per motivi di cui non sono a conoscenza. Io personalmente ho sollecitato per iscritto già più volte”. Sullo sfondo rimane poi la figura del direttore generale uscente, Giuseppe Dipasquale. “Non entro nel merito dell’operato del direttore Giuseppe Dipasquale, – afferma Torrisi – credo che non abbia senso riaccendere polemiche già chiuse. Abbiamo nominato un nuovo direttore ed è Giovanni Anfuso. In queste ore piuttosto che polemizzare tra noi dovremmo tenere presente che i nostri dipendenti patiscono l’umiliazione di lavorare gratis da mesi. A loro e alla loro disperazione vanno tutti i miei sforzi oggi. Questa è la prima emergenza di cui occuparsi, ma pare che nessuno presti attenzione a questo dramma”- conclude Jacopo Torrisi.
LiveSiciliaCatania sta continuando a cercare di mettersi in contatto con il regista Giuseppe Dipasquale che negli ultimi otto anni ha ricoperto l’incarico di direttore generale del Teatro Stabile.
La nota diramata dal capogruppo di “Con Bianco per Catania”, Alessandro Porto. “La notizia pubblicata stamani relativa alla visita degli ufficiali giudiziari allo Stabile di Catania, merita alcune riflessioni. Siamo d’accordo che la cultura è la linfa della nostra società ma il “terremoto” di oggi è un sisma annunciato. Infatti, la crisi dello Stabile ha radici lontane nel tempo e non può essere addebitata solo alla politica e alla continua ed ingiusta riduzione dei fondi da parte della Regione Siciliana. L’attuale disastro,a mio parere, è il risultato di una gestione “allegra” delle risorse di cui il teatro ha usufruito specialmente in passato. Purtroppo dobbiamo ammettere con onestà intellettuale che la visita degli ufficiali giudiziari certifica la crisi di quasi tutti i teatri del sud Italia e Catania e il suo Stabile non sfugge a questa regola. I sindacati ed i lavoratori, giustamente, chiedono trasparenza sui bilanci e sui rendiconti. Il sindaco Bianco ha dimostrato la sensibilità e l’amore nei confronti della cultura e del suo teatro impegnandosi direttamente e sostenendo un nuovo management, sia per la presidenza che per la direzione artistica, che certamente affronterà le delicate difficoltà di bilancio e il rilancio dell’attività con il coinvolgimento dei tanti uomini di cultura catanese che vorranno contribuire al futuro del nostro teatro. Infine, aspettiamo da parte di chi ha da tempo annunciato solo a parole di dimettersi di farlo veramente per le chiare responsabilità avute in questi lunghi anni. Occorre voltare pagina”- conclude Porto.

