Tecnis, paura per la | tenuta occupazionale - Live Sicilia

Tecnis, paura per la | tenuta occupazionale

Le ultime notizie sul “ritiro del certificato antimafia rilasciato alla ditta edile” non fanno dormire sonni tranquilli a lavoratori e sindacalisti. In attesa di definire i contorni della vicenda e le dirette conseguenze sui lavoratori, i sindacati devono fare i conti con i dati poco rassicuranti sul comparto edile.

CATANIA. Tecnis: si temono ripercussioni sulla tenuta occupazionale dell’azienda. Le ultime notizie sul “ritiro del certificato antimafia rilasciato alla ditta edile” non fanno dormire sonni tranquilli a lavoratori e sindacalisti. L’Ugl, attraverso una nota firmata dal segretario territoriale Carmelo Mazzeo, esprime “preoccupazione” sulla tenuta occupazionale dell’azienda, investita di recente da una vicenda giudiziaria che vede coinvolti i proprietari. “Non vogliamo assolutamente entrare nel merito delle indagini e delle scelte sia degli inquirenti sia della magistratura, che stanno svolgendo in maniera eccellente il loro lavoro, siamo invece molto preoccupati per la sorte dei numerosi lavoratori impegnati negli affidamenti attuali che, in un momento di grande crisi come questo, stanno portando nelle città interessate una boccata d’ossigeno per l’economia e l’occupazione”, argomenta Mazzeo. “Auspichiamo – aggiunge il segretario – che le istituzioni, con in testa il Governo nazionale, non ignorino questo patrimonio umano e le loro famiglie, oggi più che mai in attesa di certezze e rassicurazioni.” In attesa di definire i contorni della vicenda e le dirette conseguenze sui lavoratori, i sindacati devono fare i conti con i dati poco rassicuranti sul comparto edile, dove attualmente sarebbero occupate circa novemila persone a fronte degli oltre diciotto mila lavoratori degli anni precedenti. Nei giorni scorsi, in occasione della presentazione della piattaforma per il nuovo contratto integrativo provinciale, i direttivi provinciali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno posto l’accento sul “peso della grande crisi che continua a falcidiare il settore delle costruzioni nel nostro territorio”.

Le cifre parlano chiaro: “Il numero dei disoccupati edili è pari al 60% dell’intera forza lavoro disponibile”. “Le responsabilità per la mancata ripartenza del settore vanno attribuite alla sottovalutazione della portata del danno a carico dei lavoratori e alla lentezza con la quale le istituzioni locali, regionali e nazionali continuano a programmare le numerose opere necessarie allo sviluppo e alla messa in sicurezza del territorio, degli uffici e degli istituti pubblici ed al sistema della mobilità”, dicono i sindacati che segnalano anche “l’incapacità di governo delle situazioni che riguardano l’intero sistema delle grandi aziende in crisi” e annunciano l’inizio di una stagione rivendicativa.

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