CATANIA. La spada di Damocle dei licenziamenti pende sulla testa dei lavoratori di Telecolor. Sono passati appena tredici mesi dall’ultima vertenza, che ha attivato la solidarietà al 50 per cento, oggi, ventinove dipendenti dell’emittente tv rischiano il posto di lavoro. La storia è la stessa di sempre: la riorganizzazione, gli esuberi e un ben servito comunicato via lettera. “Mi hanno cacciato un anno e mezzo fa, liquidandomi con una telefonata”, racconta Mimmo Trischitta, giornalista, montatore, drammaturgo ed ex dipendente dell’azienda. “Era un sabato, mi comunicavano che da lunedì non ero più nei turni, poi ho ricevuto una lettera”.
Storie che lasciano l’amaro in bocca. Una collaborazione lunga diciassette anni troncata con una telefonata, un episodio che rischia di ripetersi. Mimmo, che all’epoca lavorava con partita iva, non ha dubbi sui nuovi annunci dell’azienda: “Si tratta di un’operazione di smantellamento che sta per completarsi, uno degli ultimi atti”. L’azienda avrebbe già palesato l’intenzione di servirsi di service esterni, un’operazione analoga a quella che ha riguardato un’altra nota emittente tv: Antenna Sicilia. Il taglio all’organico, che conta in totale trentanove dipendenti, dovrebbe riguardare ventinove lavoratori e “graziarne” dieci: sei giornalisti, un amministratore, due tecnici e un capo tecnico. Oggi pomeriggio i vertici dell’azienda incontreranno i rappresentanti sindacali per discutere della procedura di licenziamento avviata nei giorni scorsi.
Il futuro dei ventinove lavoratori è quanto mai incerto. Stefano Calanna, tecnico di regia, anzi vero e proprio “factotum” dell’emittente, racconta la tribolazione che vivono quotidianamente gli ultimi sopravvissuti ai tagli che da anni interessano l’organico di Telecolor. “Eravamo più di un centinaio solo qualche anno fa” dice Calanna, che vanta circa trentasei anni di servizio e un contratto a tempo indeterminato. “Abbiamo attraversato varie fasi di sofferenza, a ogni passaggio di proprietà seguiva una ristrutturazione”. “Questo – prosegue- è l’ennesimo momento delicato, viviamo sempre con questo stato di ansia e incertezza sul nostro futuro”. Poi lapidario: “Siamo allo stremo”. Il caso Telecolor è un ulteriore tassello che va ad aggiungersi al mosaico della crisi del settore editoriale che, in provincia di Catania, continua a mietere vittime eccellenti.