PALERMO – Un vero e proprio call center, al quale i clienti chiamavano per ordinare la droga quotidianamente e anche più volte al giorno. A rispondere a quel numero di cellulare, i membri dell’organizzazione smantellata oggi dalla squadra mobile guidata da Rodolfo Ruperti, che ha arrestato undici persone, tra cui tre donne. Tra coloro che sono finiti in manette ci sono pregiudicati che si trovavano già ai domiciliari per spaccio: ciò non avrebbe fatto da deterrente, visto che si sarebbero ugualmente messi a disposizione degli acquirenti per le cessioni della droga.
Cocaina soprattutto, destinata alle zone del “salotto” della città, da cui sarebbero stati soprattutto liberi professionisti palermitani a contattare i pusher. L’indagine dei Falchi, sezione Contrasto al Crimine diffuso, ha permesso di accertare, nel giro di poco più di due mesi, tra maggio e giugno dello scorso anno, circa duecento utenze da cui arrivavano le telefonate. Un bacino d’utenza ampissimo quello su cui l’organizzazione poteva contare, formato da almeno una settantina di clienti.
La base operativa era Ballarò. Dallo storico quartiere palermitano, marijuana, cocaina e hashish arrivavano ovunque e ad ogni ora del giorno e della notte: gli investigatori hanno calcolato che in un mese la rete sarebbe riuscita a vendere fino a tre chili di droga. Un giro d’affari di oltre centomila euro al mese che si basava su una struttura salda e organizzata, anche grazie ai vincoli di parentela e i ruoli interscambiabili.
Se il cliente non poteva recarsi dagli spacciatori, la droga veniva consegnata a domicilio e, in molti casi, le donne individuate dalla polizia si sostituivano ai mariti, organizzando gli incontri e le cessioni. E’ stata proprio una delle donne ad essere colta in flagrante durante una consegna: aveva la cocaina nella borsa.
“Molti dei soggetti arrestati sono stati colti sul fatto – spiega il capo della mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti -. In città esiste ancora un altissimo consumo di droga. In questo caso alcuni soggetti dell’organizzazione si trovavano già ai domiciliari, un aspetto che rende le loro posizioni più gravi. L’unico modo per far diminuire la diffusione e la vendita delle sostanze stupefacenti è farne diminuire la richiesta, ma purtroppo non è chiaro che acquistare la droga permette alle organizzazioni criminali di rimpinguare le proprie casse”.