Forza Italia nel caos, "è guerra" | Chi sta con Miccichè e chi è contro - Live Sicilia

Forza Italia nel caos, “è guerra” | Chi sta con Miccichè e chi è contro

Si allarga la fronda dei ribelli: "Gestione oligarchica del partito". Milazzo: "Non si tradisce".

PALERMO – Si allarga la fronda di “ribelli” che all’interno di Forza Italia contesta il coordinatore regionale Gianfranco Miccichè. Non sono più soltanto i quattro deputati dell’Ars – Marianna Caronia, Rosanna Cannata, Tommaso Calderone e Riccardo Gallo – che diedero il via per primi alle proteste, e che ieri hanno addirittura chiesto l’azzeramento della dirigenza del partito, ma a loro si stanno affiancando in queste ore altri “delusi”, tra cui diversi amministratori locali di tutta la Sicilia.

Lo scontento deriva, dicono, dalla “mancata condivisione di una linea politica” all’Ars col capogruppo Giuseppe Milazzo – “non lo vediamo da settimane”, avevano denunciato prima delle Politiche – e, più in generale, da una gestione “oligarchica” del partito, “come è successo per esempio nel caso della formazione delle liste per le ultime elezioni: nessuno di noi è stato consultato, eppure siamo parlamentari regionali di Forza Italia”.

Fino a ieri, da Milazzo e Micciché non era giunto nessun commento. Silenzio in attesa del voto del 4 marzo. Poi, lo scoppio. E un’accusa precisa: “Non possono far parte di Forza Italia coloro che, per il solo fatto di non essere stati candidati, hanno platealmente votato e fatto votare il Movimento 5 Stelle. Forza Italia non è adatta a loro e loro non sono adatti a Forza Italia”, ha scritto il coordinatore del partito e presidente dell’Ars Miccichè su Facebook. Subito dopo, sullo stesso social, il capogruppo di Palazzo dei Normanni, Milazzo, ha alzato i toni: O domani si sistemano le cose o sarà GUERRA! Non si tradisce mai!!! Auspico ragionevolezza ma se guerra è indispensabile… sia!”.

Numerosi gli azzurri che in queste ore stanno scrivendo attestati di solidarietà per il coordinatore. “È certo che il presidente Miccichè non ha bisogno di difese, ma il partito sì – dice il coordinatore provinciale nisseno e deputato azzurro, Michele Mancuso -. Per questo, prima ancora che da deputato, da coordinatore del partito sul territorio e da persona che ha sempre fatto di tutto per la propria bandiera, esprimo amarezza per le posizioni estremiste dei miei quattro colleghi”. “Forse, di azzurro hanno davvero poco. Noi – continua Mancuso, riferendosi ai colleghi di gruppo che contestano la linea politica del partito – siamo orgogliosi di essere resuscitati. La storia recente che ci ha visto balzare dal 5 al 21% è vera! Credo sia necessario il dialogo ma anche il rispetto dei ruoli. Guai a chi crede di essere uno dei 70 deputati perché si è stati bravi. La squadra si fa sempre prima e dopo”. 

Anche da Siracusa arriva un attestato di solidarietà al presidente Miccichè sulla base di “un trend positivo, il risultato di Forza Italia nell’Isola, che si attesta come la regione che ha conseguito il miglior risultato in Italia”, afferma il coordinatore provinciale di Forza Italia a Siracusa e assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera. “Un plauso va al commissario di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè – afferma Bandiera -. Appena due anni fa ha preso in mano un partito quasi scomparso in Sicilia e lo ha condotto, con esperienza e grande determinazione, all’ottenimento di risultati sempre crescenti. Mai come in questi mesi e come nelle ultime settimane, abbiamo registrato tanta voglia di impegno, partecipazione e adesione da parte di cittadini, amministratori e dirigenti politici che hanno ritrovato, in Forza Italia, quel contesto di impegno politico, nel quale tornare a spandersi con passione ed entusiasmo”.

“È veramente singolare – dice il neo deputato nazionale e vice commissario di Fi in Sicilia, Francesco Scoma – che solo in Sicilia si levi una fronda contro la guida di Forza Italia visto che solo in questa regione si è registrato il consenso maggiore conseguito dal partito in tutto il Paese”. “Soltanto i quattro deputati regionali hanno alzato il dito per aver perso i collegi uninominali ignorando i NUMERI che dicono altro. E in ogni caso – prosegue Scoma – qualsiasi divergenza di vedute impone, a chi fa “Politica” seria e di livello, riflessioni e confronti adeguati da fare nelle sedi preposte e non a mezzo stampa. Ma, probabilmente – conclude Scoma – la verità consiste nel fatto che i quattro ‘ribelli’ hanno deciso di uscire da Forza Italia e approdare da qualche altra parte o formarsi un partito e allora coerenza e onestà intellettuale consiglierebbero di avere gli attributi per fare questo passo e non inventarsi scuse puerili e inconsistenti”.

“Chi, in queste ore, intende puntare il dito contro il commissario regionale del partito – scrive in una nota il senatore e commissario di Forza Italia per la provincia di Ragusa Giovanni Mauro – lo fa, evidentemente, rifiutando la realtà e sostenendo tesi infondate che vanno a esclusivo vantaggio di meschini calcoli per la futura gestione del partito. Coloro che in Forza Italia, in campagna elettorale, si sono mostrati tiepidi o che si sono spinti a operare contro il partito e i suoi candidati, si rendano conto di aver messo in campo azioni di alto tradimento. Partiamo da questo 21% e affidiamolo alla visione strategica di Gianfranco Miccichè”.

A Palermo  Giulio Tantillo, che era candidato con Forza Italia, invita alla calma: “Stop alle polemiche – dice in una nota -. Abbassare i toni. E’ stata convocata una riunione dove ognuno è libero di esprimere la propria opinione. La sede deputata è il partito, ogni altro mezzo di comunicazione è un libero ‘sfogatoio’ a cui non sono interessati i cittadini, anzi genera confusione nella chiarezza dei problemi reali che tante famiglie debbono affrontare sperando nell’aiuto della classe politica eletta per amministrare la cosa pubblica”. Da Tantillo, inoltre, arriva un “secco No all’attacco mosso contro la classe dirigente del partito”, ma un altrettanto “secco No a provvedimenti punitivi”. Secondo il capogruppo di Fi al Comune di Palermo “la dialettica della riunione servirà a rilanciare l’unità del partito che naviga nelle acque del l’immenso oceano che tutto accoglie ma spesso dovrebbe avere il coraggio e la determinazione per un cortese rifiuto”.

Nel dibattito interviene anche Rosi Pennino, candidata alle ultime elezioni con Forza Italia dopo un passato nel mondo della sinistra. Pennino riprende poi un’accusa del coordinatore che aveva accusato i “ribelli” di aver fatto votare Movimento 5 stelle: “Tutto impone una riflessione, ma la matematica non credo. In pochi mesi Gianfranco Miccichè ha portato Forza Italia al 21%. Si chiama capacità di regia e lungimiranza politica. Mettere in dubbio questo mi pare paradossale. Certamente due cose non accetterò mai moralmente: chi fa votare altri partiti mentre ancora fa parte di una storia e di un partito e chi usa temi come il cambiamento per incassare risultati di altra natura”.

Anche un’altra candidata di Forza Italia, Adelaide Mazzarino, è intervenuta in difesa del coordinatore di Fi: “Le critiche a Miccichè mi fanno ridere. I numeri parlano chiaro, il 21% nella Sicilia dello tsunami pentastellato ha del miracoloso. Coloro che criticano il coordinatore della regione più azzurra d’Italia sono solo delle volpi sciocche rimaste fuori da scelte evidentemente vincenti; e allora l’uva diventa marcia”.

 


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