CATANIA – Come si suol dire in questi casi, “c’è massimo riserbo da parte degli investigatori”. Il chè, al netto di qualunque frase ad effetto, è vero. Nella sostanza, però, c’è una storia ancora tutta da decifrare sul fronte dei responsabili.
La ricostruzione dei fatti
I fatti sono questi. Ieri mattina, non sono ancora le 10, un corriere ha già accumulato un certo numero di consegne nella provincia etnea. Ad un tratto viene preso di mira da una vettura che prima lo tallona e poi fa per affiancarlo nel maldestro tentativo di farlo fermare.
Da quell’auto vengono esplosi anche almeno due colpi di pistola in aria. Ma il conducente del furgoncino mantiene il sangue freddo, proseguendo per la propria strada, facendo così desistere la banda del corriere che finisce col fare ritirata e far perdere le proprie tracce.
Le indagini
Più tardi, dopo la denuncia, i carabinieri della Compagnia di Paternò e della Stazione di Santa Maria di Licodia rinverranno due bossoli lungo la circonvallazione licodiese dov’è avvenuto l’episodio.
La rapina è saltata. Restano da individuare gli aggressori con i militari che avrebbero recuperato i filmati di alcune telecamere che si trovano lungo il tragitto. Ma anche capire perchè proprio quel corriere? Cosa trasportava? E la risposta ai quesiti sono tutti in quel “c’è massimo riserbo da parte degli investigatori”.
Le indagini dei carabinieri sono in corso.