PALERMO – Sono le 19:24 di martedì scorso. Da una cabina telefonica di corso dei Mille qualcuno compone il 113: “Correte… marito e moglie hanno litigato, succede un macello, omicidi”.
Una voce maschile fa il nome di chi si è armato di pistola e sta andando in via Brigata Aosta. È l’inizio della folle serata culminata nel ferimento di due persone. L’uomo fa anche il nome di colui che a breve, come è realmente accaduto, premerà il grilletto. Il suo obiettivo, secondo i poliziotti della Mobile, era Francesco Fragale, ma ha ferito la madre e il cognato. Il tentato omicidio si arricchisce del giallo della telefonata.
Innanzitutto perché la telefonata è partita da corso dei Mille, lontano dal palazzo di via Brigata Aosta, che si trova nella zona di via dei Cantieri. La persona indicata come il presunto killer è stata sentita dagli investigatori. Ha respinto le accuse, negato la storia del tradimento coniugale e fornito un alibi al momento giudicato credibile. Se avesse mentito allora il misterioso telefonista avrebbe davvero fatto il suo nome per evitare il peggio. Altrimenti bisognerebbe ipotizzare che l’uomo che ha chiamato il 113 avesse un piano per scatenare l’ira del killer, allertare la polizia e incastrarlo con la pistola fumante. In questo caso si tratterebbe di qualcosa di più dello storia di un tradimento regolato a colpi di pistola. Magari uno scontro per la gestione della piazza di spaccio visto che quasi tutti i protagonisti hanno precedenti specifici.
Ipotesi, solo ipotesi. La pista passionale resta privilegiata.