Termini Imerese, uccise il marito col cianuro: condannata a 30 anni

Termini Imerese, “uccise il marito col cianuro”: condanna a 30 anni

L'indagine era stata riaperta dopo che era stato ipotizzato un infarto

PALERMO – La Corte di assise di appello confermata la condanna a 30 anni e nega gli arresti domiciliari. Loredana Graziano deve restare in carcere. Sarebbe stata lei ad avvelenare il marito pizzaiolo Sebastiano Rosella Musico di 40 anni nel gennaio 2019, a Termini Imerese.

Graziano è stata interdetta in perpetuo dai pubblici uffici e sospesa dall’esercizio della responsabilità genitoriale per tutta la durata della pena. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi.

La verità nell’autopsia

Le indagini dei carabinieri e l’autopsia eseguita sul corpo dell’uomo accertarono che la vittima fu avvelenato con del cianuro e un anticoagulante, il Coumadin. All’inizio sembrava un malore, la l’inchiesta fu riaperta dopo le dichiarazioni dell’ex amante e compagno della donna, che aveva riferito che sarebbe stata lei stessa a confessargli di aver avvelenato il marito.

La madre della vittima

“Graziano Loredana ha assassinato mio figlio – aveva detto Antonina Filicicchia, madre della vittima -. Nessuna pena applicata dal giudizio degli uomini potrà restituirmelo ma il mio cuore di madre sarebbe più in pace se la responsabile di una condotta così assurda e selvaggia scontasse una pena più consistente e adeguata alla sua gravissima responsabilità”.

Si pensò ad un infarto

ll pizzaiolo muore nel gennaio 2019. Si pensa a un infarto, ma nella cittadina in provincia di Palermo inizia a serpeggiare il sospetto che ci sia dietro una macabra storia di amore e morte. Un anno dopo, la vigilia di Natale, un uomo viene arrestato per stalking. Si tratta dell’amante della donna. A denunciarlo è la stessa donna con cui ha una relazione da tempo, la quale racconta di essere perseguitata dall’uomo che non si rassegna alla fine della relazione.

Lui si difende. Giura che è tutto falso e per mettere in guardia i carabinieri sulla pericolosità dell’imputata. Da lei ha ricevuto le terribili confidenze sull’assassinio del marito.

Nel febbraio 2020 la Procura apre un’inchiesta e fa riesumare la salma per ulteriori accertamenti. L’autopsia fa emergere che ad ucciderlo sarebbe stato il cianuro. Prima la donna avrebbe fatto prendere al marito un farmaco anti coagulante con effetti tossici in caso di sovradosaggio. Non avendo ottenuto il risultato, avrebbe adottato la soluzione finale: una dose di cianuro avrebbe ucciso il marito. Il movente? Insofferenza verso la vita coniugale.


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