PALERMO – Per i summit di mafia serviva riservatezza. I boss avevano trovato la soluzione. All’ospedale di Termini Imerese non c’erano occhi indiscreti. Il blitz dei carabinieri del Gruppo Monreale e della compagnia di Termini ha svelato gli accorgimenti degli indagati e portato i carabinieri fin dentro la struttura sanitaria.
Qui lavorava Vincenzo Calderaro, assistente amministrativo dell’ufficio protocollo dell’ospedale Cimino, l’uomo che avrebbe messo a disposizione dei mafiosi il suo ufficio. Ed è qui che Diego Guizzino considerato il reggente della famiglia di Caccamo, incontrò Antonio Giovanni Maranto, Stefano Contino e Gandolfo Interbartolo. Già nel 2002 Giuffè aveva parlato di Calderaro: “Lavora all’ospedale di Termini Imerese ma è di Caccamo… è vicino a me ed al Guzzino”. Dieci anni dopo, nel 2012, ritroviamo Calderaro parecchio indaffarato ad aiutare i boss. All’inizio il suo nome non veniva svelato. Poi, arrivò un’intercettazione chiarificatrice.”Questo si chiamava… aspetta un minuto… non facciamo che poi me lo scordo… Calderaro…”, diceva Guzzino che aveva passato il suo nominativo a Guzzino. E Guzzino aggiungeva: “… non mi ricordo bello pulito chi minchia è… boh… lui è al protocollo… sopra? e questa l’abbiamo sbrigata pure… l’appuntamento… è meglio all’ospedale… è meglio di qua… comunque lui non è sorvegliato… però dice… cornuti va… sempre mi vengono appresso…”.
E cosi i carabinieri si misero alle calcagna degli indagati. Li hanno seguiti fino all’arrivo in ospedale dove erano stati convocati i summit. Al termine di uno di essi Contino confermava la presenza di Calderaro: “Vincenzo aveva un sigaro lungo… tanto.. e Dino gli fa posso fumare… sì gli fa, fuma… ha aperto un po’ la finestra… e tu eri là appoggiato davanti al cancello … ti vedevo… lo vedi… questi sono i punti giusti… per potere… questi sono i punti giusti”. D’altra parte gli indagarti erano sicuri che l’ospedale di Termini Imerese “è nelle mani dei caccamesi… se uno ha bisogno di quest’ufficio… c’è Vincenzo…”.
Calderaro da stamani è agli arresti domiciliari. Appresa la notizia Antonio Candela, manager dell’Asp 6 da cui dipende il Cimino, ha sospeso il dipendente e avviato il procedimento disciplinare nei suoi confronti, oltre alle iniziative a salvaguardia dell’immagine dell’ospedale”.