Terrasini, formaggi avariati| Sequestrati due caseifici abusivi - Live Sicilia

Terrasini, formaggi avariati| Sequestrati due caseifici abusivi

Sigilli a due strutture: locali con pareti non intonacate, sporchi, con insetti che avevano anche attaccato i formaggi. Uno dei due caseifici veniva montato e smontato quotidianamente. Scattano tre denunce.

 

SICUREZZA ALIMENTARE, BLITZ DEI NAS
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TERRASINI (PALERMO) – Ricotte, caciotte e latte avariati, custoditi e prodotti in assenza delle basilari norme igienico sanitarie. I carabinieri del Nas di Palermo hanno sequestrato due caseifici, uno a Terrasini e l’altro a Carini, nelle contrade Bagliuso e Consiglio, completamente abusivi, gestiti da commercianti di prodotti caseari sprovvisti delle necessarie autorizzazioni. Sotto sequestro anche due tonnellate di prodotti, destinati al mercato provinciale. I militari, dopo avere scoperto in un negozio alcune forme di ricotta salata con etichette riportanti false indicazioni commerciali, sono riusciti a identificare il fornitore che distribuiva i suoi prodotti ai supermercati della zona.

Tre i denunciati per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione, vendita di prodotti agro-alimentari con etichette falsificate, frode e scarico di acque reflue industriali non autorizzato. Il valore dei prodotti caseari, degli impianti e delle strutture sottoposti a sequestro ammonta a più di un milione di euro. In particolare, all’interno della prima struttura individuata, i carabinieri hanno trovato 750 chili di prodotti tipici, tra ricotta di pecora, tuma e caciotte la cui provenienza era sconosciuta. Inoltre, tutti i formaggi venivano conservati in un ambiente non intonacato, privo di finestre e sporco. Più di dieci i chili di prodotti già caricati a bordo di un camion in attesa di essere distribuiti.

Il secondo caseificio della zona aveva invece le pareti in cemento grezzo e insetti e ragnatele – come spiegano i militari – si trovavano ovunque, al punto da infestare diverse forme di formaggio. Sulle attrezzature era presente la ruggine. In questo caso si tratta di un caseificio “estemporaneo”, come spiega il capitano dei Nas, Mansueto Antonello Cosentino: “Veniva montato e poi smontato, per essere rimesso in piedi l’indomani, in modo da evitare i controlli. Una vera e propria struttura fantasma che, come abbiamo accertato, aveva molto da nascondere e il tutto, a scapito della salute dei cittadini”.

 

 

 


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