CATANIA – Il cerchio si stringe sull’omicidio di Antonio Crispi. Rastrellate tutte le ipotesi, gli inquirenti si starebbero concentrando sulla pista della droga. L’omicidio, d’impeto, potrebbe essere maturato nell’ambito dell’abuso di sostanze stupefacenti. Le indagini, dunque, sono in una fase molto delicata. L’autopsia è terminata ieri sera, ma bisognerà attendere qualche giorno – se non settimane – per la relazione dei medici legali Giuseppe Ragazzi e Claudia Tornello. In questa fase però i due consulenti potrebbero consegnare a Rosaria Molè, la pm che coordina l’inchiesta per omicidio, una prima nota sintetica sugli esiti del’esame autoptico e sull’eventuale materiale biologico trovato sotto le unghie o sul corpo della vittima.
In contrada San Giovanni a Biancavilla Antonio Crispi non sarebbe andato da solo con la sua Fiat Stilo Station Wagon. Sarebbero state due le auto quella sera davanti alla sbarra del fondo agricolo dove domenica mattina è stato trovato il cadavere del commerciante con la testa spappolata a colpi di pietrate. L’altra auto, quindi, l’assassino (o gli assassini) l’avrebbe usata per fuggire.
Ulteriori dettagli investigativi chiave potrebbero arrivare dagli esiti dei rilievi scientifici eseguiti dai militari del Sis dentro e fuori la Station Wagon. Perchè pare che l’omicidio sia avvenuto fuori dall’auto e poi il corpo sia stato trascinato per essere portato all’interno della Fiat Stilo, dove poi è stato ritrovato. Le escoriazioni (recenti) sulle ginocchia rilevate dall’esame cadaverico esterno potrebbero essere compatibili con questa ricostruzione. Anche se non si esclude che invece le ferite superficiali siano dovute a una colluttazione magari per difendersi. Restano, comunque, tutte solo ipotesi che bisognerà accertare, verificare e comparare con l’apparato indiziario e medico scientifico che stanno raccogliendo gli investigatori. Un’interrogativo rimbomba: chissà se all’interno della Station Wagon i militari del Sis (Sezione Investigazioni Scientifiche) hanno trovato qualche impronta?