PALERMO – Il Tir piombò contro il lido di Valdesi. E spazzò via la vita di una giovane nonna, Maria Claudia Pensabene. Aveva 69 anni. Fece in tempo a capire il pericolo e, forse, a mettere in salvo, spingendoli, i tre nipotini. Rimasero vivi per miracolo. Oggi l’autista di quel Tir, Enrico D’Alessandro, è stato condannato a due anni e quattro mesi per omicidio colposo.
La tragedia avvenne un pomeriggio di ottobre di tre anni fa nella spiaggia attrezzata di Mondello, la più frequentata della città. La donna morì sul colpo, quasi decapitata dalla motrice impazzita. I tre bimbi di 1, 3 e 6 anni furono tirati fuori da sotto il mezzo pesante, quasi sepolti dalla sabbia. Miracolosamente illesi. D’Alessandro restò paralizzato al volante del Tir. Più tardi avrebbe detto di avere perso conoscenza. Da quando aveva subito un intervento chirurgico soffriva di epilessia. Le indagini accertarono che al momento dell’impatto il cronotachigrafo si era fermato a 40 chilometri orari, ma emerse pure che era stato manomesso.
Così come emerse, grazie ad una perizia, che D’Alessandro, 38 anni, il giorno dell’incidente non aveva assunto la pillola per l’epilessia. Le analisi di laboratorio collocarono l’ultima assunzione da 24 a 72 ore prima dell’impatto. Restava in piedi un altro interrogativo. Come poteva un uomo con una patologia tale essere in possesso della patente di guida di un Tir? Dalle indagini difensive, eseguite dal legale di parte civile, l’avvocato Alessandro Martorana, venne fuori che D’Alessandro nel 1996, anno in cui prese la patente, non dichiarò di soffrire di epilessia.
Da qui la condanna decisa dal giudice per l’udienza preliminare Lorenzo Iannelli che ha riconosciuto anche una provvisionale complessiva di trenta mila euro alla nuora e ai nipoti della vittima, assistiti dall’avvocato Martorana. D’Alessando, condannato a due anni e quattro mesi, ha goduto dello sconto di un terzo della come previsto dal rito abbreviato. Assistito dalll’avvocato Gisueppe Inzerillo, all’imputato sono state concesse le attenuanti generiche. Conti alla mano si è arrivati alla pena finale partendo dagli iniziali 5 anni e 3 mesi.
La pena non è stata sopsesa. Qualora dovesse essere confermata nei successivi due gradi di giudizio, appello e Cassazione, per D’Alessandro scatterebbe il carcere. Intanto resta resta a piede libero. Dopo l’incidente la ditta privata di autotrasporti lo ha spostato ad altro incarico.