PALERMO – Giuseppe Tantillo lo chiama “il pannello”. E cioè il sistema ‘pirata’ attraverso cui Cosa nostra gestiva e forse gestisce ancora “i centri scommesse che ci sono in zona da noi”.
Il 14 ottobre scorso il neo collaboratore del Borgo Vecchio spiega ai pm Malagoli e Mazzocco che “Giuseppe Di Giacomo (il capomafia ammazzato nel 2014, ndr) ci disse che Francesco Zizza (arrestato nell’aprile del 2014, ndr) si sarebbe occupato di siti di scommesse che noi imponevano ai centri di scommesse”.
Il racconto non è di facile comprensione. Ai magistrati che gli chiedono di spiegare meglio la faccenda Tantillo aggiunge che “Zizza c’aveva un sito scommesse, un pannello in cui lui tramite noi glielo abbiamo imposto ad alcune sale scommesse che ci sono lì in zona, che dovevano usare il sito che aveva lui… un sito che la famiglia di Porta Nuova ne usufruisce pure… un sito non lecito… ci sono quotazioni..”. A questo punto il racconto viene coperto dal segreto istruttorio.
Che la mafia abbia messo le mani sui centri scommesse per fare soldi e riciclare denaro sporco è già emerso in altre indagini. La novità che arriva dal racconto di Tantillo riguarda l’esistenza di un versione moderna del vecchio totonero. Un sito attraverso cui la mafia gestirebbe scommesse, allettando i giocatori con quote maggiorate rispetto ai circuiti legali che raccolgono le giocate sugli eventi sportivi.