PALERMO – Il corteo dei Rettori e dei senatori accademici ha aperto la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2012 2013 dell’Università degli studi di Palermo. Era da alcuni anni che la cerimonia non si teneva, che l’anno accademico veniva aperto da una conferenza d’ateneo che illustrava il lavoro svolto e la piattaforma programmatica per l’anno appena iniziato.
Sono stati anni di governance austera e discussa, anni in cui il rettore Lagalla ha dovuto far fronte ai sempre più gravi tagli imposti dal governo nazionale, al blocco delle assunzioni, mentre prendeva corpo la riforma del sistema accademico.
Gli ermellini e le toghe sfilano fino al palco dell’aula magna della facoltà di Ingegneria: il rettore Roberto Lagalla, preceduto dagli ex rettori Ignazio Melisenda e Giuseppe Silvestri, chiude il corteo. Numerosi posti vuoti nell’aula, dove risuonano le note dell’inno nazionale, cantato dal coro dell’Università. Le note sono distorte dall’eco degli slogan gridati da un gruppo di studenti del Collettivo autonomo.
Si sono dati appuntamento davanti l’ingresso della facoltà d’Ingegneria stamattina alle 9.30. Quando la cerimonia inizia sono rimasti in pochi, non più di una trentina, ma prima dell’orario previsto per l’inizio della cerimonia avevano tentato di irrompere nell’edificio. Per respingerli è stato necessario schierare un blocco di una decina di agenti davanti l’ingresso.
“Nuovi statuti, sempre più problemi l’università sta morendo, non c’è niente da inaugurare. – si legge su uno dei loro striscioni – Le università non sono aziende, la cultura non si vende”, gridano, mentre Lagalla in aula comicia il suo intervento. Gli studenti del Collettivo protestano proprio contro il suo operato, fatto, spiegano nel comunicato, “di aumenti delle tasse, del pareggio di bilancio ottenuto con i costi proibitivi dei test d’ammissione e il numero chiuso, con la riduzione delle borse di studio”. Protestano inoltre contro la mancata partenza dei corsi e la riduzione delle sessioni di laurea.
È il momento di tirare le somme, la cerimonia ufficiale serve anche a questo: tanti gli obiettivi finora raggiunti e quelli ancora da perseguire, spiega Lagalla: “Abbiamo coniato un neologismo, Univercittà, per descrivere un programma di rilancio che abbiamo portato avanti imponendoci l’autodisciplina e lavorando con il resto della società e del territorio”.
Il rettore definisce “intuibili, ma necessari” i sacrifici sopportati da tutta la comunità accademica, che hanno consentito di ripristinare dal 2011 un avanzo di amministrazione che azzera il deficit finanziario registrato nella fase inizile del suo mandato. “L’adozione di tagli selettivi e non lineari non ha arrecato significativi pregiudizi ai servizi agli studenti – ha dichiarato Lagalla – servizi che anzi sarebbero stati incremenatti, in direzione della ricerca, nel rispetto di un patto d’onore stretto con le associazioni studentesche”.
Il rettore ripercorre le linee d’intervento portate avanti in questi anni. Entro il 2013 entrerà in vigore lo statuto da poco approvato che definirà i nuovi assetti elettivi degli organi di governo e completerà, così come imposto dalla legge 240 del 2010, la trasformazione delle attuali facoltà in cinque macrostrutture di raccordo. Un processo in cui si è inscritta la rimoludazione dei dipartimenti: il loro numero è sceso da 81, nel 2008, a 20, con conseguenti benefici finanziari e strumentali.
Politiche di orientamento e tutorato, attivazione dei corsi di recupero per i fuori corso, attuazione della Carta europea dei ricercatori e aggregazione dei dottorati di ricerca, costante monitoraggio della performance d’Ateneo, valorizzazione del sistema museale e delle aziende agricole sperimentali: queste le azioni, secondo il rettore, che sono state portate avanti con maggiore forza.
“Abbiamo dimostrato di esistere e resistere, di sapere fare di più con meno risorse – conclude – ma per il futuro occorre che la comunità accademica si comporti in maniera responsabile, in termini di sostenibilità occupazionale dell’offerta formativa, di qualità oggettiva e misurabile della ricerca, di credibilità complessiva a livello nazionale e internazionale”.
Cita Einstein il direttore generale Antonio Valenti, che sale sul podio subito dopo Lagalla: “Senza crisi non ci sono sfide, non c’è merito. La cosiddetta riforma Brunetta ha imposto processi di cambiamento che il nostro ateneo ha già attuato con esiti positivi. Programmazione e monitoraggio della spesa sono stati alla base di un’incisiva azione di risanamento che è stata portata avanti con successo”.
In platea arriva anche il sindaco Leoluca Orlando (dopo aver inaugurato il Centro studi intitolato a Paolo Borsellino nell’anniversario della nascita del magistrato). Il primo cittadino ha incontrato all’ingresso gli studenti in protesta per l’aumento delle tasse e ha espresso loro tutta la sua solidarietà: “I tagli all’istruzione pubblica a tutti i livelli – ha detto il Sindaco – rappresentano un’ipoteca sul futuro di migliaia di giovani, quindi sul futuro di tutto il Paese.”
“Questa inaugurazione non sarà una vuota esibizione. Il senso della mia presenza qui è vedere l’inizio di una collaborazione fatta di grandi progetti e piccole azioni quotidiane”, ha dichiarato il Sindaco davanti alla platea. Si impegna ad abbattere le barriere tra univeristà e città, a creare un laboratorio culturale animato dall’università dentro i cantieri della Zisa. “Assistiamo da anni alla mortificazione dell’istruzione superiore pubblica in Italia, che rappresenta il più efficace ascensore sociale, il più efficace strumento per coniugare radici e ali”.
Presente alla cerimonia anche Nelli Scilabra, l’assessore alla Formazione scelto da Crocetta tra le linee delle associazioni studentesche universitarie. Saluta i presidi e l’ex rettore, dice “è strano trovarsi per la prima volta da questa parte della platea e con un ruolo così diverso”. A proposito della protesta degli studenti per l’aumento delle tasse anche a causa dell’aumento della tassa regioanle sul diritto allo studio, l’assessore promette: “non è di stretta competenza del mio dipartimento, ma prometto che mi occuperò della questione”.