PALERMO – Due, al massimo tre settimane, e il nuovo Piano urbano per la mobilità sostenibile, il Pums, sbarcherà in giunta. Un documento che la legge rende obbligatorio adottare entro il prossimo ottobre, ma che l’assessore alla Mobilità del comune di Palermo, Giusto Catania, presenterà ai suoi colleghi in anticipo. Un passaggio fondamentale per disegnare il futuro della città che, proprio sulla mobilità e sulle grandi opere pubbliche, vive un momento di grande trasformazione.
Al netto delle linee di tram già attive, infatti, sono almeno tre i grandi cantieri con cui il capoluogo fa o dovrà fare presto i conti: il passante ferroviario e l’anello ferroviario, già aperti e in grande ritardo, e quello futuro delle nuove linee di tram, a suo volta diviso tra quelle già finanziate e quelle ancora da finanziare. A questi si aggiungono i progetti ancora solo sulla “carta”, ossia il secondo stralcio dell’anello ferroviario e soprattutto la Mal, la Metropolitana automatica leggera, che potrebbe tornare d’attualità.
“Sul Pums stiamo completando la fase della consultazione pubblica, tramite il nostro sito internet e gli incontri con i cittadini – spiega Catania – Poi lo approveremo in giunta, in largo anticipo rispetto ai tempi previsti per legge, e così partirà l’iter di approvazione definitiva che comprende la Vas regionale, la pubblicazione, le osservazioni e infine il passaggio in consiglio comunale”. Un Piano che, come detto, disegnerà la mobilità dei prossimi anni e che terrà conto soprattutto dei grandi cantieri. L’obiettivo, entro il 2030, è di far passare il 50% degli spostamenti dal mezzo privato a quello pubblico.
ANELLO Partiamo dall’anello ferroviario, che è probabilmente il cantiere più problematico. Palazzo delle Aquile ha chiesto il commissariamento dell’opera, vista l’inattività della Tecnis in vendita, e adesso anche Rfi pensa alla rescissione del contratto. “Con le Ferrovie c’è una continua interlocuzione – dice l’assessore alla Mobilità – e questo è sicuramente importante: finalmente hanno mostrato di essere disponibili a valutare la revoca del contratto con Tecnis. Inoltre, Rfi si dice anche fiduciosa che si possa concludere positivamente la vendita dell’azienda ad altri privati. Per noi però c’è un dato politico fondamentale: il cantiere va completato prima del 2022, per questo noi continuiamo a chiedere il commissariamento dell’anello. Rfi ci ha fornito alcuni elementi che fanno ben sperare, ma o il cantiere riprende la sua attività al più presto o l’unica strada resta quella del commissariamento e della nomina del sindaco come commissario”. Per quanto riguarda il passante, invece, sembra ormai che l’abbattimento delle palazzine di vicolo Bernava toccherà a un’altra ditta che non sia la Sis.
TRAM Assai diversa la situazione dei futuri cantieri del tram. Tre linee e mezzo (A, B, C ed E1) sono già finanziate dal Patto per Palermo e siamo alla redazione del progetto definitivo. “A settembre manderemo il progetto al Consiglio superiore dei lavori pubblici – dice Catania – poi sarà la volta dell’appalto e dei lavori. La nostra previsione è che le nuove linee siano in esercizio già nel 2024”. Le linee toccheranno via Roma, via Libertà, via Croce Rossa, via Duca della Verdura e viale Regione Siciliana fino a Orleans passando per Basile, oltre a via De Gasperi e viale Francia.
Le altre tre linee e mezzo, ossia D (Orleans-Bonagia), E2 (Francia-Mondello passando per viale Strasburgo, via Lanza di Scalea e viale dell’Olimpo), F (lato mare) e G (Sferracavallo), che costano quasi mezzo miliardo, vanno ancora finanziate e per questo il Comune ha partecipato a un bando ministeriale. “Abbiamo interloquito col dicastero competente, che ci ha chiesto chiarimenti che abbiamo puntualmente fornito – commenta l’assessore alla Mobilità – e attendiamo l’esito del bando, anche se siamo fiduciosi. In realtà già a giugno si aspettava la definizione del bando, ma sembra che il termine slitti di qualche mese. Nel frattempo abbiamo interloquito anche con la Regione per il bando da 49 milioni di euro che useremo per una parte dei parcheggi a corredo delle nuove linee”.
MAL La vera novità, però, potrebbe riguardare la Mal, ossia il faraonico progetto della Metropolitana automatica leggera che da Oreto, in sotterranea, arriverebbe fino a Mondello. In tutto costerebbe circa 3,5 miliardi di euro, un’enormità, ma attualmente il progetto redatto riguarda solo il primo stralcio, quello fino alla zona Notarbartolo, che costa comunque un miliardo. Ma a settembre lo Stato potrebbe decidere di mettere sul piatto nuovi fondi per il trasporto ferroviario nelle città.
“Il progetto del primo stralcio della Mal c’è ed è rimasto nei nostri cassetti solo perché non abbiamo le risorse necessarie – dice Catania – Si tratta del resto di un’opera costosissima e per questo abbiamo puntato sul tram, che va in superficie e richiede meno risorse. Ma se tra qualche mese il governo metterà a disposizione nuovi fondi, aprendo questa opportunità, noi siamo pronti a farci avanti e a coglierla. E’ vero che la Mal in alcuni tratti si sovrapporrebbe al tram, ma questo comunque offrirebbe più alternative di spostamento, il che è fondamentale visto l’obiettivo del Pums sul 2030. A quel punto l’automobile, per spostarsi in città, diventerebbe davvero superflua”. Insomma, la speranza è in nuovi finanziamenti statali o comunitari: la stessa a cui è appeso il secondo lotto per la chiusura dell’anello ferroviario, per il quale servirebbero altri 100 milioni.