Tranquilli, si ricomincia - Live Sicilia

Tranquilli, si ricomincia

Passato il Papa, finita la festa
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Scordiamoci il Papa, scordiamoci la grazia della giornata di ieri, le promesse di speranza e i discorsi finalmente azzeccati di Cammarata che ha quasi avuto un infarto al primo applauso della sua sindacatura bis. Indimenticabile momento. Il sindaco che si guarda intorno stupito al batter di mani, a discorsetto “papale” in corso. Sul viso un interrogativo: siamo davvero a Palermo?
Si torna nella Sicilia politica, allacciate le cinture, comunque. Cos’è la Sicilia politica? Un monumento all’ipocrisia. Offriamo un’immagine, Angelino Alfano e Raffaele Lombardo ieri sistemati placidamente l’uno accanto all’altro, in occasione del messaggio pontificale. Le parole intercorse in questi giorni tra l’istituzione Presidente della Regione Sicilia e l’istituzione Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana sono state semplicemente raccapriccianti. Formule istituzionali? Carezze democristiane, col veleno in coda? Pugnalate alle spalle? Macché, schiaffoni da bettola, insulti da trivio, corna e bicorna da sorpasso. Una tregua domenicale per pura falsità politica e ricominceranno a mortificare ruoli e decoro. E certo non sarebbe stato giusto tirarsi baffi e capelli, davanti a Sua Santità, d’accordo. Forse si poteva evitare di arrivarci al punto un cui siamo, ecco tutto.
Non disperiamo la querelle Alfano-Lombardo non è finita lì. Lo show, allargato ad altri protagonisti, è in procinto di riprendere. Bei tipi, però.  L’uno griderà di nuovo: “Vergogna!”, dimenticando che di mestiere fa il guardasigilli, non il capocosca di partito. L’altro ricomincerà col solfeggio degli ascari, dei complotti, del “ve l’avevo detto io”. Gli ascari di Lombardo sono i comunisti per Berlusconi: esseri diabolici che tramano nell’ombra. Purtroppo non si conoscono i nomi e i cognomi, né le iscrizioni al PUA (Partito Unico Ascarista)

Un suggerimento, ci consentano, Se lorsignori si odiano, c’è un sistema redditizio e sicuro per sfogare bile e nervi. Incontratevi da qualche parte e suonatevele di santa ragione, magari con le cazzottiere. Non abbiamo a disposizione un convento delle Carmelitane per i duelli all’alba in stile D’Artagnan, tuttavia ci sono parecchi luoghi che potrebbero fungere da surrogato: la discarica di Bellolampo, il velodromo dello Zen, la spianata di Mondello… Un bel confronto: spada, pistola o ‘a cavuci ‘nto culo’, come propose un sagace impresario teatrale a un altezzoso nobile che volle sfidarlo dall’alto della sua arroganza. Tutto purché non si metta in mezzo il pericolante vasellame di famiglia, purché non si disperda il pizzico di decenza che ancora resta, se ce n’è.
Sono stati giorni di comunicati e reazioni agghiaccianti e nessuno è rimasto escluso. Tu ascaro, tu vergognati, tu stai zitto, tu statti muto. E nessuno si arrende, nessuno prova sgomento al cospetto di questa volgare marea che avanza a cui mancarono soltanto i riferimenti alle discutibili virtù di mammà e al prurito in testa di papà.

Quei giorni – dopo la parentesi pastorale – stanno per tornare e torneranno in fretta, tranquilli. Scordiamoci il Papa, scordiamoci le teste chine, il consenso dei politici “rapiti” dal suo ammaestramento. E’ stata solo una tregua, una sospensione formale, un’interruzione per vistoso effetto collaterale. Parole come gentilezza, armonia, solidarietà non appartengono né a governanti, né a oppositori in Sicilia. E quando, per fortuito caso, colano tra le orecchie di qualcuno che comanda trovano immancabilmente, all’epilogo dello sfortunato viaggio,  l’aridità di una pietra al posto del cuore. Nemmeno marmo pregiato. Un sasso da quattro soldi.


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