Trappole informatiche in Italia |Una vittima ad Aci Sant'Antonio - Live Sicilia

Trappole informatiche in Italia |Una vittima ad Aci Sant’Antonio

Un impiegato di Aci Sant'Antonio è una delle venti vittime accertate di una frode informatica: la banda, formata da otto romeni e un comasco, inviava una email accattivante e riusciva ad impossessarsi dei dati della carta di credito. I malviventi se li scambiavano su Facebook: ecco perchè l'operazione si chiama "Community"

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ACI SANT’ANTONIO – Un impiegato di Aci Sant’Antonio è tra le venti vittime di una frode informatica messa a segno da una banda di romeni smascherata dai carabinieri di Numana.

L’operazione si chiama “Community” perchè la banda – formata da otto rom e da un comasco già conosciuto dalle Forze dell’Ordine, tutti tra i 24 ed i 63 anni residenti tra Roma e Milano – si teneva in contatto tramite un gruppo chiuso su Facebook, nel quale si scambiava i dati informatici rubati alle vittime del raggiro.

Tutto avveniva tramite web, attraverso la posta elettronica in uscita: i malviventi inviavano alla propria vittima una email che, una volta aperta, rubava i dati della carta di credito usata negli acquisti online. Una violazione parziale ed impercettibile, di cui l’ignaro destinatario si accorgeva solo dopo aver guardato l’estratto conto. La banda di romeni, infatti, utilizzava i dati rubati per acquistare piccoli oggetti da 100-150 euro come videogiochi, dvd, blueray. L’indagine è partita da un impiegato di Numana che si è accorto del trucco ed ha fatto denuncia, permettendo ai carabinieri di individuare la banda.  L’accusa per loro è di  truffa, frode informatica e indebito utilizzo di carte di credito in concorso continuato.

La trappola informatica scattava attraverso falsi messaggi di posta elettronica, programmi informatici e malware, simulazioni di pagine web di banche o poste. Le vittime della truffa, per un giro di denaro di 15mila euro, sono residenti ad Ancona, Milano, Bergamo, MIlazzo (Messina), Roma, Piacenza, Pordenone, Cosenza, Pescara, Imperia, Torino, Firenze, e Treviso.

Ad avviare le indagini sono i carabinieri di Numana e Osimo, guidati dal capitano Raffaele Conforti: c’è la possibilità che le vittime del phishing siano molte di più.


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