PALERMO – Nelle carte dell’inchiesta c’è anche la storia di un viaggio in Sud America pagato due volte dalla Regione. La prima attraverso un accredito lecito, l’altra con un decreto ingiuntivo, richiesto dallo stesso Emanuele Currao e il cui importo – 42mila euro – sarebbe stato girato sul conto corrente del funzionario.
Per capire bene la vicenda bisogna tornare indietro al 2009 quando la Regione impegna i soldi per pagare la trasferta, organizzata a maggio, di alcuni funzionari, compreso Currao, in Costa Rica e Argentina. Il viaggio è finanziato dall’Unione europea nell’ambito del progetto Pacef sulla “valorizzazione della donna nel Sud America”. L’impegno di spesa è firmato, nel giugno 2009 dall’allora dirigente generale della Formazione, Patrizia Monteresso, e controfirmato da Concetta Cimino, dirigente dell’Area Coordinamento Servizi.
Gli investigatori hanno scoperto che il viaggio sarebbe stato pagato due volte all’agenzia che l’aveva organizzato. E cioè la “Eiffel Viaggi di Axia Viaggi di Badalamenti Loredana Sas”. La prima a non vederci chiaro nel mese di luglio 2009 è la direttrice dell’Ufficio di ragioneria, Loredana Esposito, che spedisce gli atti alla Corte dei Conti scrivendo che “era necessario indicare l’iter seguito per assegnare il servizio alla Eiffel Viaggi intestataria delle fatture indicate nelle premesse, nonché le lettere di incarico dei singoli partecipanti e dei relativi ruoli, atteso che non risultava alcuna indicazione dei funzionari incaricati per tale progetto; si manifestano perplessità sulla fattura relativamente ai biglietti e all’importo”.
Nel fascicolo trasmesso ai pubblici ministeri contabili la Esposito inserisce anche la nota con cui èn stata aggiudicata la fornitura dei servizi turistici. Una nota in cui si legge: “Tra tutte le agenzie di viaggi contattate solo la Effel Viaggi di Axia Viaggi di Badalamenti Loredana Sas Palermo ha manifestato la volontà di prenotare i viaggi e i soggiorni per i funzionari partecipanti…”. Peccato, però, che ad aprile 2012, il dirigente generale Ludovico Albert aveva segnalato che “non sono state rinvenute ulteriori richieste di preventivi e proposte consequenziali di altre società operanti nel medesimo settore dell’aggiudicatario”.
Le conclusione le traggono i carabinieri “Nessuna offerta di imprese concorrenti è stata rinvenuta perché, in realtà, nessun invito è stato fatto, con la conseguenza che la scelta della Eiffel Viaggi è stata arbitrariamente effettuata dal Currao, ancora una volta in assenza di qualsiasi controllo da parte della Cimino o, addirittura, con la sua compiacenza”.
Non è tutto. Ad un certo punto l’agenzia di viaggi si rivolge a tre avvocati, del tutto ignari, per chiedere il pagamento delle fatture con un decreto ingiuntivo. Gli inquirenti scoprono, però, che la firma della titolare dell’agenzia è stata falsificata. Ecco cosa sarebbe successo, secondo gli investigatori, Currao e la Cimino, “senza svolgere indagini di mercato o gare informali affidano i servizi all’agenzia di viaggi di Badalamenti Loredana, amica del Currao. Questi pagava immediatamente la Badalamenti per i servizi resi, utilizzando fondi pubblici destinati a compensi extra stipendiali in favore degli impiegati della Regione (non quelli stanziati per il progetto Pacef ndr), e, unitamente alla Cimino, predisponeva il Decreto di Impegno omettendo di indicare il beneficiano – ossia, la Eiffel Viaggi – e allegando delle fatture prive del codice Iban del conto corrente dell’agenzia, con lo scopo evidente di accreditare la somma impegnaata, sul proprio conto corrente”.
Quando la Cimino non riesce a forine spiegazioni alla Ragioneria, il decreto che impegna la spesa viene ritirato perché “i documenti giustificativi delle spese di viaggio e soggiorno non esistevano (come nel caso dei biglietti emessi in favore di Valentino Michele, di Carapella Bruno, di Velasquez Rafael e di Piesioroski Vanesa). A tal punto, Currao decideva di ricorrere all’escamotage del decreto ingiuntivo notificato dalla Eiffel Viaggi alla Regione Siciliana” falsificando la firma della titolare. E dopo che le spese della trasferta erano già state liquidate una prima volta.