Tratta e favoreggiamento| della prostituzione: tre arresti - Live Sicilia

Tratta e favoreggiamento| della prostituzione: tre arresti

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POLIZIA
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CATANIA – Tratta di esseri umani e favoreggiamento della prostituzione: tre arresti. All’alba di oggi, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato (Squadra Mobile di Catania, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Palermo e Caserta) ha dato esecuzione ad ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa in data 17 marzo 2018 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di tre persone. Si tratta di Pat Eghaeva, (cl.1975), tratta in arresto a Caserta; Kate Amayo,  (cl. 1987), finita in manette a Palermo e Adeniyi Moroof, Badmus (cl.1984), arrestato a Palermo.

La prima è ritenuta responsabile, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati in Nigeria e in Libia, dei delitti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tratta di persone, quest’ultimo pluriaggravato per aver agito a danno di minori, esponendo  le vittime ad un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica e per aver altresì contribuito alla commissione del delitto un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno stato; gli altri due ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei delitti di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di giovani connazionali. Il 20 dicembre 2017, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Squadra Mobile etnea dava esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Eghaeva Pat, dimorante a Mondragone (CE), gravemente indiziata dei delitti di tratta di persone e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina  in danno di minori connazionali. Il G.I.P. di Santa Maria Capua Vetere (CE), competente quale  giudice del luogo di esecuzione del decreto di fermo, non convalidava detto provvedimento, rigettava anche la contestuale richiesta di misura cautelare e ordinava la scarcerazione di Eghaeva Pat.

La intervenuta, seppur breve, carcerazione non scoraggiava in alcun modo l’indagata la  quale, non appena rimessa in libertà, riprendeva la propria attività senza alcun timore (ciò a riprova della sua pervicacia criminale) ed, anzi, nel riferire dell’avvenuto fermo ai suoi interlocutori, raccontava plurimi dettagli: dalla circostanza di esser stata rintracciata presso la propria abitazione unitamente ad alcune vittime, alle false generalità indicate alle proprie vittime onde evitare che una eventuale denuncia potesse portare facilmente alla sua individuazione, alla falsa versione dei fatti offerta in occasione del fermo. La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, cui venivano trasmessi gli atti del procedimento in ragione della ritenuta competenza territoriale, avanzava richiesta di misura cautelare al giudice territorialmente competente nei confronti di Eghaeva Pat per gli stessi fatti, arricchiti dagli ulteriori elementi probatori emersi successivamente alla scarcerazione, ancora a conforto dell’ipotesi accusatoria.

Nel corso dell’attività di indagine venivano acquisiti elementi a carico di altri due cittadini nigeriani, Amayo Kate e Badmus Adeniyi Moroof per i delitti di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L’ordinanza emessa si basa su un compendio probatorio originato dalla preziosa attività di identificazione precoce di vittime di tratta posta in essere da personale della Squadra Mobile di Catania: in particolare in occasione dello sbarco di 1423 migranti di varie nazionalità giunti presso il porto di Catania a bordo della nave della Guardia Costiera “CP941 U. Diciotti” il 14 luglio del 2017 veniva identificata quale vittima di tratta una minore straniera non accompagnata, cittadina nigeriana  “Ade” -nome di fantasia- la quale, rendeva dichiarazioni in ordine al viaggio compiuto per raggiungere l’Italia, alle ragioni del suo allontanamento dal paese di origine, ai soggetti che le avevano organizzato il viaggio, e la stessa veniva collocata in struttura protetta. L’attività tecnica avviata a seguito delle dichiarazioni rese dalla vittima permetteva di appurare che la minore era stata trafficata da una connazionale, la madame successivamente identificata per l’odierna indagata, Eghaeva Pat: la madame aveva viaggiato con Ade ed altre due vittime ma al momento dei soccorsi Ade era stata separata dalle altre; successivamente l’indagata era riuscita a rintracciare Ade ed aveva iniziato ad effettuare pressioni sulla giovane perché lasciasse la struttura protetta e raggiungesse la madame per lavorare alle sue dipendenze.

I servizi di intercettazione consentivano di apprezzare l’impegno continuo dell’indagata nel reclutamento di altre giovani connazionali nel paese di origine e nella organizzazione del loro trasferimento in Italia e ciò contestualmente alla condotta di gestione della prostituzione delle vittime già trasferite in Italia, vittime che le si rivolgevano utilizzando l’appellativo di “mummy”.

Lo sviluppo investigativo permetteva di individuare altri due cittadini nigeriani  dediti allo sfruttamento della prostituzione di giovanissime connazionali ovvero l’indagata Amayo Kate, detta “Sister Kate”, la quale risultava gestire la prostituzione di diverse connazionali dimoranti a Palermo, organizzando le postazioni lavorative e facendosi coadiuvare dal proprio fidanzato, Badmus Adeniyi Moroof, domiciliato nel capoluogo siciliano.

Dalle intercettazioni emergevano i nomi di varie prostitute operanti  in territorio di Palermo alle “dipendenze” di Amayo, dalle stesse chiamata “Sister Kate”, la quale si serviva del fidanzato Badmus che, essendo domiciliato a Palermo, garantiva il suo intervento immediato in ogni momento, riprendendo aspramente le donne e riscuotendo gli incassi delle stesse.L’importanza del ruolo assunto da “Sister Kate” nel mondo della prostituzione su strada di donne nigeriane emergeva in maniera chiara ed inequivocabile nel corso di un dialogo intercettato durante il quale  una giovane prostituta  la definiva testualmente “la più grande di Palermo”, alludendo al suo ruolo di organizzatrice. Espletate le formalità di rito, Eghaeva Pat  veniva associata presso la casa circondariale di Caserta, mentre  Amayo Kate e Badmus Adeniyi Moroof venivano associati presso la casa circondariale di Palermo, a disposizione dell’A.G.

 

 

 

 


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