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Trattativa, Md si spacca

Polemica sulla trattativa e sulle indagini. Magistratura democratica è divisa. E parte un giro di mail infuocatissime.

Scoppia la polemica
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2 min di lettura

Si spostano sulle mailing list dei giudici di Magistratura Democratica, la corrente di Sinistra delle toghe, le polemiche sulla indagine sulla trattativa Stato-mafia ieri chiusa ufficialmente senza la firma del procuratore di Palermo Francesco Messineo e del sostituto Paolo Guido che, al termine dell’inchiesta, hanno deciso di non sottoscrivere l’atto finale. L’input parte dalla difesa a oltranza dell’ex guardasigilli Conso (nella foto), tra gli indagati dai pm di Palermo, fatta ieri all’ANSA da Nello Rossi procuratore aggiunto a Roma ed esponente di vecchia data della corrente. Ma la voce di Rossi non resta isolata. E dalle mail scritte dai magistrati viene fuori una spaccatura tra le voci storiche di Md e alcuni “giovani”.

Alle nuove leve non piace la critica rivolta da Rossi a un’inchiesta che “solo i pm di Palermo conoscono a fondo”. “Come fai a dire che Conso è innocente se non conosci gli atti?”, si chiedono. La risposta di due voci storiche di Md è durissima. Giuseppe Cascini, che è stato anche segretario dell’Anm scrive: “Ribadisco il mio sentimento di stima a Conso (indagato per false informazioni a pm ndr), che a 90 anni si trova inquisito”. Quanto alla obiezione sulla conoscenza dell’inchiesta, Cascini bacchetta le fughe di notizie che l’hanno accompagnata. “Chiunque legga il Fatto Quotidiano la conosce. E comunque, per il bene della magistratura, spero che nell’indagine ci sia qualcosa in più rispetto a quello che è venuto fuori”. Cascini che definisce l’inchiesta “rilevante e fonte di effetti enormi anche per le toghe”, spera di avere legittimamente accesso agli atti “già in possesso dei giornali” come l’avviso di chiusura per capire meglio.

Contro i pm di Palermo – uno dei titolari, l’aggiunto Antonio Ingroia, è un esponente di vecchia data della corrente – anche uno dei padri fondatori di Magistratura Democratica come Giovanni Palombarini che difende Conso “e non perché sono suo amico, perché non lo sono, anche se sarei onorato di esserlo”, “ma non ho bisogno di vedere il fascicolo per sapere che è innocente. Lo so”.

(Fonte ANSA)


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