PALERMO – Da Grasso a Crocetta. Il vicedirettore del Fatto Quotidiano entra di petto nella polemica sulle dichiarazioni fatte da Franco Battiato, che hanno portato al siluramento dell’assessore della giunta Crocetta. E Marco Travaglio difende a spada tratta l’artista catanese, cui ieri il governatore ha revocato l’incarico.
“Fiumi di parole e inchiostro contro il cantautore che osa chiamare troie le troie”, scrive Travaglio. Per il giornalista però la decisione di Crocetta è stata una “mossa conformista”, nonostante lo stesso presidente in passato sia stato “spiritoso e controcorrente specie sulle questioni di sesso”, ma è “ora ridotto alla stregua dell’ultimo parruccone politically correct, che mette alla porta il fiore all’occhiello della sua giunta, financo equiparandolo a uno Zichichi qualunque”. Parole dure per Crocetta e Zichichi, ed al miele per Battiato, che pure si becca una reprimenda dalla penna del vicedirettore del Fatto. “Il linguaggio usato da Battiato – scrive Travaglio nel suo editoriale odierno – è da pugno nello stomaco, tipico dell’intellettuale indignato che vuole “èpater” un Paese cloroformizzato”.
Un lessico usato di proposito per “sbalordire”, secondo Travaglio, che comunque precisa: “E’ facile dire che ci si poteva esprimere in termini meno generici, o aggiungere subito e non dopo che la denuncia riguarda anche le troie-maschio, pronte a vendersi al miglior offerente. Ma andiamo al sodo: è vero o non è vero che il Parlamento, anche questo, è pieno di comprati, venduti, ricomprati e rivenduti?”.