PALERMO – La pena scende da due anni e 4 mesi a un anno e cinque mesi. E l’imputato per omicidio colposo – travolse e uccise un ciclista – ottiene anche la sospensione condizionale della pena.
La Corte di appello ha applicato l’istituto del concorso di persone nel reato. In questo caso il reato è l’omicidio di Giuseppe Schiera, ciclista travolto e ucciso nel 2017.
L’imputato, Giuseppe Li Castri, 27 anni, non si era fermato a prestare soccorso. Quando lo arrestarono chiese perdono. Ammise di essere scappato per paura dopo l’incidente. Disse di meritare una punizione e alla fine dell’udienza di convalida dell’arresto andò ad abbracciare i parenti di Schiera, maresciallo in pensione.
Il difensore di Li Castri, l’avvocato Tommaso De Lisi, seppure nel rispetto del dolore dei parenti della vittima, ha sempre sollevato perplessità sulla dinamica dell’incidente.
L’impatto avvenne in via Luigi Sarullo, non lontano dal deposito Amat di via Roccazzo. Li Castri era al volante di una Nissan Micra quando travolse e uccise il carabiniere. Disse che la vittima da una strada con obbligo di dare precedenza. Solo la motivazione chiarirà la ricostruzione acclarata dai giudici.