PALERMO – Circa duemila gli studenti medi ed universitari che hanno marciato oggi insieme ai lavoratori della scuola di Flc – Cgil e della Gilda per ribadire il loro dissenso verso le politiche di austerity del governo Monti. Un corteo autorizzato, che è partito da piazza Vittorio Veneto: alle 9,30 ha iniziato a sfilare Gilda, verso le 10,30 hanno seguito Flc, Rete degli studenti e una rappresentanza dell’Unione degli universitari. Il corteo ha percorso tutta via Libertà, interamente chiusa al traffico fino a piazza Croci: da lì le auto potevano percorrere entrambe le bretelle laterali.
I manifestanti hanno poi proseguito per via Ruggero Settimo, fino a piazza Verdi. Davanti al Teatro Massimo, proprio sotto gli striscioni esposti dai lavoratori del teatro in protesta, sono intervenuti i coordinatori delle sigle che hanno aderito alla manifestazione. “Abbiamo deciso di scendere in piazza nonostante la revoca dell’adesione di Cisl, Uil e Snals allo sciopero generale, perché nessuna delle esigenze del corpo docente è stata presa in considerazione dal governo. Ad esempio, gli scatti di carriera: sono stati riattivati solo per il 2011 – spiega Marisa Cuccì, segretaria regionale Flc Sicilia – solidarizziamo con la Rete degli studenti, perché i loro problemi sono i nostri”.
“La presenza dei docenti e dei lavoratori della scuola oggi è importante per noi: testimonia la trasversalità dei problemi dell’istruzione pubblica”, dichiara Andrea Manerchia, coordinatore della Rete degli studenti. Oggi erano presenti rappresentanze di molte scuole (Galileo Galilei, Marco Polo, Vittorio Emanuele, Maiorana e altre), quasi tutte occupate. Indiscrezioni circolate nelle ultime ore riferiscono che, nel fine settimana, alcune scuole disoccuperanno. “Ogni istituto sta elaborando dei documenti, delle proposte. Questa è la cosa importante, non ci interessa la protesta ad oltranza”, dice ancora Manerchia, “con questa manifestazione pacifica, infatti, abbiamo voluto connotarci chiaramente come movimento che mira alla presa di coscienza da parte dei ragazzi dei reali problemi della scuola”.