Gettati in mare | per sfuggire ai controlli - Live Sicilia

Gettati in mare | per sfuggire ai controlli

La spiaggia di Tre Fontane

Trovato il cadavere di un extracomunitario sulla spiaggia di Tre Fontane (nella foto), nel Trapanese. Faceva parte di un gruppo sbarcato ieri. Arrestati tre scafisti: avrebbero costretto gli immigrati a gettarsi in acqua per evitare le motovedette italiane. Nei pressi di Mazara del Vallo un secondo sbarco: individuati 17 tunisini, anche loro costretti a raggiungere la riva a nuoto.

Campobello di Mazara
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CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) – Immigrati gettati in mare come fossero un carico da cui disfarsi, con il solo obiettivo di sfuggire alla cattura. I giorni di capodanno si portano dietro l’ennesima tragedia dell’immigrazione. Questa volta a far da scenario sono le acque davanti alla costa trapanese. In questo lembo di Sicilia quello che fino a ieri era solo un timore, stamattina ha avuto una tragica conferma: sulla spiaggia di Tre Fontane, nel territorio di Campobello di Mazara, è stato trovato il cadavere di un immigrato magherebino, di cui ancora non si conosce il nome. E’ uno dei due uomini – secondo il racconto fatto agli investigatori dai migranti giunti ieri sull’Isola dopo una traversata nel canale di Sicilia – a non avercela fatta a raggiungere terra: i tre scafisti del peschereccio che ha imbarcato i migranti in Tunisia, hanno gettato in mare il loro ”carico” quando la barca era a decine di metri dalla costa.

Lo sbarco è avvenuto alle 2 di notte, e poco dopo una motovedetta della guardia di finanza di Mazara del Vallo si è accorta di un peschereccio che navigava a luci spente nelle acque di Torretta Granitola, cercando di eludere i controlli. Quando gli uomini delle fiamme gialle si sono accostati all’imbarcazione, l’equipaggio ha tentato la fuga. Dopo un inseguimento durato venti minuti il peschereccio è stato bloccato, a bordo c’erano tre tunisini, di 21, 35 e 47 anni, che avevano appena abbandonato in mare i migranti. Non è stato difficile capire quello che era accaduto: condotti nel porto di Mazara del Vallo, i tre sono subito stati riconosciuti dagli 8 tunisini che si erano messi in salvo. Così gli scafisti sono stati subito arrestati e richiusi nel carcere di Trapani.

Il racconto dei sopravvissuti è stato terribile: i tre hanno costretto i migranti a gettarsi in mare, dove l’acqua era profonda, nonostante le urla di chi non sapeva nuotare e invocava aiuto. Ieri erano iniziate le ricerche dei due dispersi, condotte anche con l’ausilio di tre elicotteri dalla Capitaneria di porto e dalla guardia di finanza. Impegnati pure i sommozzatori dei vigili del fuoco. Stamane le ricerche sono riprese per concludersi al tramonto, ma non è stata trovata alcuna traccia dell’altro disperso. Domattina riprenderà l’attività, ma soltanto con unità navali.

Sulla vicenda la procura ha aperto un’inchiesta. Intanto, all’alba sono stati individuati a terra 17 tunisini, sbarcati alle 5 a Torretta Granitola. Ma nelle ore successive altri maghrebini sono stati bloccati sulla terraferma e il conto di questo secondo sbarco, finora, è arrivato a 40. Anche questi migranti avevano i vestiti bagnati e anche loro sono stati costretti a gettarsi in acqua per raggiungere la riva.


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