PALERMO – Hanno percorso quei marciapiedi con un presentimento. Qualcosa gli diceva che le loro mountain bike potevano trovarsi lì. Gli erano state rubate alcuni giorni prima e nonostante le assidue ricerche, sembravano essere svanite nel nulla. Le bici si sono materializzate davanti ai loro occhi quando si sono avvicinati ad un ambulante che si trovava in una traversa di corso Tukory, alle spalle del museo Gemmellaro. “Il mercato dell’illegalità”, che prende vita nella zona nonostante i vari sgomberi da parte della polizia municipale, ha permesso a quattro palermitani di fare una scoperta tutt’altro che inaspettata.
Il primo a rendersi conto che la propria mountain bike faceva bella mostra di sé tra decine di altre bici al prezzo di 45 euro, è stato un uomo sulla quarantina. Si è voltato subito verso il mezzo identico al suo, fino a riconoscerlo nei dettagli e ad indicarlo all’ambulante, A.R, tunisino di 37 anni che si è subito messo sulla difensiva. E’ così nata una discussione durante la quale l’extracomunitario ha capito che per lui le cose si stavano mettendo male, specialmente quando altri tre ragazzi che avevano già avuto il sospetto di avere riconosciuto le loro bici su quel marciapiede, si sono presentati con tanto di fotografie dei propri mezzi dai poliziotti.
Non c’erano dubbi: quelle biciclette erano le loro. Qualcuno se ne era impossessato durante il fine settimana ed era immediatamente riuscito a piazzarle sul mercato nero di Ballarò per un realizzo di liquidità immediata. Ma al ricettatore è andata male. In base a quello che le vittime dei furti hanno raccontato alla polizia giunta sul posto, il tunisino avrebbe chiesto loro dai quaranta ai cinquanta euro, pretendendoli per quello che doveva essere l’acquisto di una bici di “seconda mano”.
Gli agenti, una volta ristabilita la calma nella zona, dove nel frattempo si erano accesi gli animi, hanno accertato che tre delle quattro biciclette segnalate erano state rubate e appartenevano ai ragazzi in possesso delle fotografie e della denuncia già effettuata. I mezzi sono così stati riconsegnati ai tre giovani, mentre la quarta mountain bike è stata sequestrata in attesa che il legittimo proprietario fornisca la documentazione che accerti, senza ombra di dubbio, che la bici sia sua. Per il tunisino è scattata la denuncia per ricettazione.