MESSINA – Si è concluso con due condanne e due assoluzioni il processo che vedeva imputati 4 funzionari della Bnl, a vario titolo accusati di truffa. I giudici della prima sezione del Tribunale di Messina hanno condannato a due anni di reclusione, con la sospensione della pena, Fabio D’Urso e Fabio Alibrandi. Assoluzione totale per Vincenzo Di Benedetto, parziale per Pietro Angelo Squadrito.
La vicenda giudiziaria ebbe inizio a seguito della denuncia inoltrata dalla sede centrale della Banca Nazionale del Lavoro. In particolare la denuncia faceva riferimento al ruolo specifico che Pietro Squadrito, nella qualità di responsabile dell’agenzia di Taormina, Fabio Alibrandi, responsabile dell’agenzia 1 di Messina e Fabio D’Urso, responsabile di quella di Pace del Mela, tutte della Bnl, avrebbero avuto nelle procedure di una serie di prestiti bancari erogati, nel 2004 e nel 2005, a soggetti non aventi i requisiti necessari, o che comunque avevano fornito documentazione carente o falsa.
In sintesi, a detta dell’accusa, Squadrito, Alibrandi e D’Urso, avrebbero agevolato le pratiche, al fine di fare accreditare sui loro conti correnti personali, importi variabili, dai 500 ai 600 euro. Le indagini avrebbero stabilito prestiti e fidi, la maggior parte insoluti, per un importo di oltre un milione e ottocentomila euro. Ingente, dunque, il danno che ne sarebbe derivato all’istituto di credito erogatore. I tre avrebbero complessivamente intascato 6.800 euro. Il quarto funzionario rinviato a giudizio, Vincenzo Di Benedetto, dirigente del settore pubblica amministrazione della Bnl, secondo l’accusa, aveva consentito l’apertura di conti correnti alle società Folgore Pace di Messina e Taormina Celtic Volley, con conseguente posizione debitoria di 25mila euro per la prima, di 62mila euro per la seconda: esposizione superiore al fido accordato. Al fine di ripianare tale esposizione negativa, De Benedetto avrebbe ottenuto dalla Banca un contributo di 90mila euro per la sponsorizzazione delle due squadre, a fronte di una fattura dello stesso importo, attestante l’abbinamento del marchio Bnl con la squadra di pallavolo, serie B femminile, stagione sportiva 2005/2006. Questo nonostante la suddetta società non fosse iscritta al campionato e fosse stata sciolta. Di Benedetto fu accusato di aver abusato delle sue relazione di servizio e prestazioni d’opera. Ieri, per lui è arrivata la piena assoluzione. I giudici hanno accolto la tesi del difensore, l’avvocato Carmelo Raspaolo, che ha sostenuto per il suo assistito il ruolo di semplice esecutore di un mandato conferitogli da superiori. Per Pietro Squadrito, difeso dagli avvocati Alessandro Billè e Giuseppe Tortora, è arrivata l’assoluzione del reato associativo e la prescrizione del reato di truffa. L’accusa aveva chiesto la condanna 3 anni e mezzo di reclusione per Alibrandi, D’Urso e Squadrito, ad un anno per Di Benedetto.