Truffa, Ciancico alla sbarra |Il notaio non si fa interrogare - Live Sicilia

Truffa, Ciancico alla sbarra |Il notaio non si fa interrogare

Sul banco degli interrogatori Francesco Pisasale, ex dipendente dell’Agenzia delle Entrate.

il processo
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CATANIA – Ciancico alla sbarra: il notaio non si fa interrogare. In aula Vincenzo Ciancico non c’è e non sarà sottoposto alle domande del Pm. “Non si sottoporrà” dice il legale Giovanni Grasso, difensore dell’imputato accusato di falso, truffa e peculato. L’udienza si apre quindi con l’interrogatorio dell’altro teste: Francesco Pisasale, ex dipendente dell’Agenzia delle Entrate. L’interrogatorio del Pm verte sul meccanismo di trasmissione telematica degli atti all’Ente. Un sistema nato dalla collaborazione tra il consiglio notarile e l’Agenzia delle Entrate, uno scambio di dati e documenti finalizzato a “scongiurare” ritardi o omissioni nella registrazione degli atti. Dopo la trasmissione dell’atto, “il sistema automaticamente attribuisce un numero di registrazione e poi l’Agenzia successivamente controlla l’imposta versata dal notaio”. In alcuni casi si possono evidenziare delle anomalie. Nei casi in esame, ci sarebbero alcuni atti in cui il testo inviato all’Agenzia sarebbe stato “difforme rispetto all’originale stipulato” dal notaio. “Una volta riscontrate queste anomalie” è stato effettuato un controllo degli atti stipulati da Ciancico in una fascia di tempo di un quinquennio. Tempo dopo viene inviata una nota dall’agenzia, (il teste è il responsabile del procedimento come ricordato dal Pm), che segnala altri atti in ordine ai quali il notaio avrebbe omesso di richiedere la registrazione.

Il Pm chiede chiarimenti circa l’episodio. “Era stata omessa la registrazione e nel repertorio del notaio abbiamo notato numeri di registrazioni errati riconducibili ad altri atti” dice il teste. “Atti redatti da altri notai?” chiede il Pm. “Sì” risponde il teste. Il controesame del teste tenuto dall’avvocato di parte civile Basilio, legale dell’Auchan, ha avuto al centro l’atto di compravendita di un terreno di proprietà di Mario Ciancio acquistato dall’azienda. Il legale chiede se l’atto in questione presentasse delle anomalie. Il riferimento è alla richiesta di agevolazioni fiscali previste dalla Regione “per favorire la ricomposizione fondiaria, aumentare le economie di scala e ottimizzare il ritorno degli investimenti nel settore agricolo”. “Il problema è questo: per le agevolazioni il notaio introduce l’atto con le imposte dovute, l’ufficio in un fase di controllo verifica se c’è la spettanza o meno dell’ agevolazione”, dice il teste. In questo caso la spettanza c’è. Il problema riguarda le differenze tra l’atto trasmesso e l’originale. “Il problema è se la richiesta delle agevolazioni non era inserita nell’originale” spiega Pisasale. Infine, l’avvocato della difesa che si riaggancia alla questione chiedendo se l’autoliquidazione in questo caso era regolare. La risposta del teste è affermativa ma “ma in base al testo trasmesso che non corrispondeva all’originale”. Nella prossima udienza verranno esaminati altri cinque testi.

 

 

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