Per la prima volta, calano i casi di tumore in Italia. 371 mila quelli stimati nel 2019, con duemila diagnosi in meno rispetto al 2018, anno in cui si erano registrate 4 mila nuove diagnosi in più sul 2017. L’inversione di tendenza è segnalata dall’Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, nel rapporto ‘I numeri del cancro 2019’. Per gli oncologi è un segnale: le campagne di prevenzione primaria, mirata a diffondere corretti stili di vita per prevenire l’insorgenza delle neoplasie, stanno iniziando a dare effetti positivi.
‘Prevenzione’ è la parola d’ordine anche in Europa: il Codice europeo contro il cancro è una raccolta di 12 regole utili a tenere lontane le principali cause dei tumori; si stima che il 30% dei casi in Europa potrebbero essere evitati se tutti i cittadini seguissero queste indicazioni.
1. No al tabacco in ogni sua forma. Secondo la Fondazione Umberto Veronesi, il tabacco continua a essere la prima causa di morte evitabile in tutto l’Occidente e uccide ogni anno più di 70 mila persone. Da solo, è responsabile del 90% dei casi di cancro al polmone, del 70% di quelli di tumore della vescica, e di migliaia di altre neoplasie come quelle che colpiscono stomaco, fegato, laringe, faringe e pancreas.
2. Non fumare. Il fumo è causa di gravi patologie cardiocircolatorie e respiratorie, ma provoca anche molti altri danni. Per smettere può essere necessario l’aiuto di esperti, che possono avvalersi di metodi collaudati con maggiori probabilità di successo.
3. Mantenere un peso sano. A incalzare il tabacco nella classifica delle cause di tumore c’è proprio l’obesità, al secondo posto tra le cause prevenibili di tumore. C’è una formula utile a capire se il proprio peso è in un intervallo accettabile, quella per calcolare l’Indice di massa corporea (BMI, peso in chilogrammi diviso per l’altezza in metri elevata al quadrato). Un esempio? Se una persona pesa 70 chili ed è alta 1 metro e 74, il suo BMI è uguale a 70 / (1,74 x 1,74) = 23,1. L’intervallo considerato normale dall’Organizzazione mondiale della sanità è fra 18,5 e 24,9, quindi si è in presenza di un soggetto che sta mantenendo un peso sano.
4. Svolgere attività fisica quotidianamente. Per attenuare di molto la sedentarietà bastano piccoli accorgimenti, come stare il meno possibile seduti, limitare l’uso dell’auto o della tv e camminare velocemente per circa mezz’ora al giorno. La Fondazione Veronesi rileva che la ginnastica contribuisce a prevenire e curare oltre quaranta patologie croniche, a guarire più in fretta e a diminuire notevolmente il rischio di ricadute.
5. Seguire una dieta sana. Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di origine vegetale, cereali non industrialmente raffinati, legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e frutta. Limitare le carni rosse (ovine, suine e bovine, compreso il vitello) non superando i 500 grammi alla settimana; evitare, invece, le carni conservate (quelle in scatola, ma anche salumi, prosciutti o würstel) e le bevande gassate e zuccherate.
6. Niente alcol. Per chi ne consuma, si raccomanda di limitarsi a una quantità pari a un bicchiere di vino da 120 ml al giorno per le donne, due per gli uomini, ma solo durante i pasti. La quantità è praticamente pari a quella contenuta in una lattina di birra e in un bicchierino di un distillato o di un liquore.
7. Non esporsi troppo al sole. Oggi il melanoma è il terzo tipo di cancro più diffuso sotto i cinquant’anni di età. ‘Nemici giurati’ sono i lettini abbronzanti, usati principalmente da adolescenti e universitari.
8. Proteggersi dalle radiazioni solari al lavoro. A essere esposti a maggiori rischi sono tutti i lavoratori che trascorrono molte ore all’aria aperta, come agricoltori, pescatori e operai edili. Inoltre alcune sostanze sono state individuate come pericolose: l’arsenico e suoi composti, l’arsenuro di gallio, il catrame di carbone e pece, il benzopirene, la fuliggine, il catrame di carbon fossile.
9. Ridurre i livelli di radon in casa. Secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, circa il 10% circa dei 41.500 nuovi casi di cancro ai polmoni che si registrano ogni anno in Italia è attribuibile al radon, gas incolore, insapore e inodore, presente nel suolo e in quasi tutti gli edifici. Misurarne la concentrazione è semplice: si possono usare piccole scatoline contenenti un frammento di plastica, sul quale le radiazioni emesse dal gas lasceranno delle tracce da ingrandire e contare in laboratorio; la normativa richiede che le scatoline siano esposte per un anno. Se il valore riscontrato è di alcune centinaia di Bq (Becquerel) per metro cubo, sarà bene rimediare: è possibile ricorrere a delle soluzioni, dal costo tra i mille e i duemila euro, in grado di ridurre il radon nell’edificio aspirandolo dal suolo sottostante e disperdendolo all’aria aperta.
10. Allattare al seno per ridurre il rischio di tumore. Numerosi studi dimostrano che le donne che allattano hanno minori probabilità di ammalarsi di cancro al seno e all’ovaio: durante l’allattamento, l’attività ormonale viene messa a riposo.
11. Vaccinare i propri figli. Alcune malattie possono giocare un ruolo fondamentale nell’insorgenza di tumori o lesioni precancerose ai genitali maschili e femminili. Come i 150 ceppi di Papillomavirus (o virus Hpv), che si trasmettono per via sessuale e che potrebbero diventare molto rare grazie alla vaccinazione dal 2007 offerta gratuitamente in Italia a tutte le ragazzine di 12 anni, nel 2017 estesa anche ai maschi. Altro vaccino dall’importanza chiave è quello l’epatite B, che protegge dal cancro al fegato.
12. Partecipare ai programmi di screening. Naturalmente, prevenzione vuol dire anche affidarsi agli esami specialistici. La mammografia, il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, il Pap test e l’esame per il Papillomavirus possono portare alla scoperta di lesioni precancerose o di un cancro agli stadi iniziali, permettendo trattamenti tempestivi e facendo aumentare le probabilità di guarire. Oggi i programmi di screening in Italia prevedono che tutte le donne tra i 50 e i 69 anni ricevano ogni due anni una lettera d’invito dalla Asl a eseguire gratis la mammografia; tutti i cittadini fra i 50 e i 70 anni, inoltre, hanno diritto a fare il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni; infine, ogni tre anni per le donne tra i 25 e i 64 anni c’è il Pap test, progressivamente sostituito dall’esame per trovare il Papillomavirus, da ripetere ogni cinque anni. Secondo gli ultimi dati, la partecipazione degli italiani agli screening non dà buoni risultati: nel 2015 l’Osservatorio nazionale screening rilevava l’invio di 13 milioni di inviti, ma solo 6 milioni di test eseguiti.