PALERMO – “Un parlamento che ha bisogno di confrontarsi col commissario dello Stato tutte le volte che deve legiferare non è un Parlamento”. Mimmo Turano non indietreggia. Dopo un intervento in Aula, ieri, col quale ha sottolineato le prerogative dei parlamentari siciliani, oggi rilancia: “Nei prossimi giorni presenterò 21 disegni legge: uno per ogni articolo bocciato dal Commissario. Spero che l’Aula li approvi, e in caso di impugnativa, spero si voglia arrivare fino alla Corte costituzionale”.
Insomma, i parlamentari hanno il diritto di legiferare. Ma la rivendicazione di Turano non si spinge fino a chiedere – come hanno fatto altri in passato – addirittura l’abolizione del Commissario. “Assolutamente. Io rispetto quella figura. Ma il parlamento deve far rispettare anche il proprio ruolo. Nessuno mi toglie dalla testa che le norme cassate dal Commissario siano quelle aggiunte nell’ultima notte. Quelle, cioè, che non erano state preventivamente concordate con lui. Ma un parlamento che deve concordare col Commissario dello Stato prima di legiferare, non è un parlamento”.
Così, ieri in Aula ecco il primo J’accuse e la promessa di reiterare in un unico ddl tutte le norme impugnate. Poi, Turano ha deciso di calibrare meglio la sua iniziativa: “Se avessi inserito in un unico ddl tutte le norme, e quello fosse stato impugnato, avrei rischiato di paralizzare l’attività del parlamento. E invece, andremo avanti con distinti ddl. Mi auguro proprio che vengano presto calendarizzati”.
E tra i ddl, quindi, ecco riproposta anche la ex Tabella h. “Mi sembra inutile concentrare tutte le attenzioni sulla Tabella h. Parliamo del nulla. Di interventi che riguardano, in alcuni casi, enti davvero meritori. Dovremmo semmai concentrare l’attenzione su altre norme cassate, come quella contenuta nell’articolo 8 e che interviene quindi sulle entrate, cosa mai successa prima. Quella impugnativa non è una semplice impugnativa. Si è trattato di una bocciatura alla prima, vera legge del governo. La politica, insomma, forse dovrebbe riflettere un po’”.
L’Aula quindi, potrebbe riprovare a esaminare quelle norme. E secondo Turano, non sono poche le possibilità che queste, magari in seguito a un successivo ricorso alla Consulta, possano essere approvate: “Ritengo – spiega infatti – che in alcuni casi il Commissario dello Stato sia intervenuto a gamba tesa, con valutazioni di natura puramente politica. Io ritengo quella figura indispensabile, ma non voglio certamente abdicare al mio ruolo di parlamentare. Già – conclude – perché noi siano un Parlamento, non un’Assemblea, come ci spiegò il presidente Scalfaro, durante una visita del 1997. Il parlamento, allora, torni a fare il parlamento”.