PALERMO – Da una parte un reticolo di società che sfornavano fatture in una vorticosa partita di giro, dall’altra l’inefficacia dei controlli sulla spesa pubblica. I finanzieri sono arrivati laddove la burocrazia ha fallito. E dire che in alcuni casi non era poi così complicato accorgersi della truffa scoperta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria che ha arrestato l’imprenditore Antonio Fabbrizio.
Rolando Orlando, uno degli indagati, amministratore del “Consorzio Sistema Palermo Servizi Musei “ e della “Grandi eventi” ha confessato di avere contribuito al sistema delle false fatture che complessivamente ammontano a undici milioni di euro. Ha ammesso, ad esempio, che la Krea srl “sovrafatturava di circa 100 mila euro le prestazioni” rese nei confronti del Consorzio che a sua volta girava il denaro ad altre società legate ad Antonio Fabbrizio. Come? Fatturando ulteriori servizi mai resi. L’amministratore della Krea era Giovanni Castellucci, membro della famiglia che detiene le quote di maggioranza della Immobiliare Italo Belga.
Fabbrizio, Orlando e Castellucci fanno parte dell’elenco degli indagati che si completa con i nomi di Massimo Iafisco (amministratore della Alimentaria Sicilia andata in bancarotta), Andon Rotondi (amministratore del Consorzio Cult), Vito Nuccio (amministratore della Tsc srl), Marco Facca (amministratore della Hgd srl), Marcello Inzerillo (amministratore della Kairos società cooperativa sociale), Emilio Pirrone (amministratore della Gip srl), Lorenzo Vassallo e Giancarlo Lorenzo (legali rappresentante della Alimentaria Sicilia), Antonino Re (legale rappresentante della Eureka Società Cooperativa). Del reticolo di imprese fanno parte anche Associazione Solidal Plaza, International Promo srl, Promomed srl, Consultec srl, Euromediterranea Consulting, Rps Consulting.
Il sistema era sì complesso dal punto di vista fiscale, ma i controlli sono stati pressoché inesistenti. Un esempio su tutti: la visita dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria nella sede palermitana del progetto “Palermo Servizi Musei”. Era previsto che nascesse un centro servizi a Palazzo Ziino, in via Dante. Si trattava di due stanze nella Mediateca della sezione distaccata della biblioteca comunale di Casa Professa. Al terzo piano i finanzieri sono stati ricevuti da alcuni collaboratori, i quali hanno raccontato che qualche anno prima prima si erano fatte vive delle persone. Montarono scaffali, sistemarono delle scrivanie e piazzarono una linea telefonica. Poi, sparirono nel nulla, tanto che il Comune fece sgombrare i locali. E così altrove per ognuno dei dieci progetti finiti sotto inchiesta.