"Sedicente purificatore della sanità" | Tutino, Crocetta e i "cortigiani" - Live Sicilia

“Sedicente purificatore della sanità” | Tutino, Crocetta e i “cortigiani”

Ci sono parole che meglio di altre fotografano il caso Tutino. Ed è nei rapporti privilegiati con il presidente della Regione che i magistrati di Palermo ritengono di avere individuato il cuore dell'indagine.

PALERMO – “La sedicente investitura di purificatore della sanità siciliana”, la definiscono i pubblici ministeri. Ci sono parole che meglio di altre fotografano il caso Tutino. Per il chirurgo plastico vale, come per ogni cittadino, la presunzione di non colpevolezza. I magistrati della Procura di Palermo, che hanno chiesto e ottenuto che il medico del governatore Rosario Crocetta finisse agli arresti domiciliari, però, vanno giù duro con le parole.

Ed è nei rapporti privilegiati con il presidente della Regione che il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Luca Battinieri ritiene di avere individuato il cuore dell’indagine. “Ottenuta la nomina a direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia plastica il dottore Tutino in tempi brevissimi – ricostruiscono i pubblici ministeri – forte di una escalation inarrestabile diventa il vero reggente apicale giovandosi del radicale ascendente sul commissario Sampieri (Giacomo Sampieri, ex commissario di Villa Sofia, indagato nella stessa inchiesta) nonché soprattutto dei suoi rapporti particolarmente privilegiati con il presidente della Regione onorevole Rosario Crocetta, sbandierati coram populo al fine di affermare la sedicente investitura di purificatore della sanità siciliana della quale sarebbe attributario per volontà politica”.

I pm definiscono i rapporti con Crocetta “sistematicamente strumentalizzati (da parte di Tutino ndr) per imporre una posizione di egemonia all’interno dell’azienda e crearsi un’ampia schiera di asserviti cortigiani come avverrà infatti non solo per il più volte citato commissario straordinario ma anche per il dottore Damiano Mazzarese e la direttrice sanitaria Martorana”.

Quello di Tutino – ai domiciliari per truffa, falso, peculato e abuso d’ufficio, sarebbe stato un piano ben congegnato e che avrebbe potuto trovare un ostacolo insormontabile nel procedimento disciplinare avviato a suo carico. Era il 2012 quando l’allora direttore generale del Policlinico di Palermo, Mario La Rocca, gli contestò di avere eseguito, senza chiedere l’autorizzazione, alcuni interventi chirurgici all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Al Sant’Elia Tutino incontrò l’allora direttore sanitario Giacomo Sampieri che, una volta nominato commissario straordinario a Villa Sofia, avrebbe chiamato Tutino in comando a Palermo.

Il percorso di Tutino, ricordano i magistrati, è stato “particolarmente tortuoso con continui spostamenti di struttura anche nel giro di pochi mesi a cominciare dalla fuga dal Policlinico universitario Giaccone di Palermo in concomitanza con l’apertura di un procedimento disciplinare a suo carico da parte dell’ente in questione da tale momento il sanitario avvia in rapida successione tre spostamenti di sede con gli atti del procedimento disciplinare trasferiti in continuazione da una sede all’altra proprio a causa delle continue guizzanti dipartite dell’interessato”. Fino a quando i carabinieri del Nas non fecero irruzione nella stanza di Sampieri e Villa Sofia e vi trovarono un fascicolo del provvedimento disciplinare trasmesso da Caltanissetta a Palermo e mai aperto. Da qui l’accusa di abuso d’ufficio piovuta addosso e in concorso a Sampieri e Tutino, quando ormai il primario aveva vestito i panni del purificatore”. Come?, attraverso una raffica di denunce contro alcuni colleghi che un altro giudice archiviò bollandole come strampalate.

 


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