Tutti contro quelle nomine | Ma il Cda Irsap può insediarsi - Live Sicilia

Tutti contro quelle nomine | Ma il Cda Irsap può insediarsi

In prima commissione all'Ars, nove deputati votano contro le nomine nell'ente che sostituirà le Asi. Con un altro voto contrario, le designazioni sarebbero state bocciate. Ma il presidente Forzese si astiene, "salva" il Cda e attacca gli alleati: "L'Udc inspiegabilmente assente e Pd contrario alle scelte del governo".

 

PALERMO – Tutti contro le nomine. Ma il cda può insediarsi lo stesso. Oggi, in prima Commissione all’Ars, il “no” alle nomine del Cda dell’Irsap è stato unanime. Ma quelle nomine, sono passate ugualmente. Servivano, per la “bocciatura” (ovvero per esprimere un parere contrario alle designazioni del governo), dieci “no”. Ne sono arrivati solo nove. Nonostante i presenti in Commissione fossero giusto giusto dieci. Ma il presidente Marco Forzese ha deciso di astenersi dal voto. Salvando, di fatto, le nomine dei quattro componenti del cda.

Si tratta di Rosario Andreanò, scelto dal governo, uno degli organizzatori dei circoli del Megafono a Mistretta, in provincia di Messina. Gli altri tre componenti fanno invece riferimento alle associazioni di categoria: sono la commercialista palermitana Rosa Montalto, il presidente di Confartigianato Sicilia Flippo Ribisi, e di Giuseppe Russello.

“La commissione Affari istituzionali – ha detto Forzese – ha bocciato con nove voti le nomine in seno al Cda dell’Irsap, ma il voto odierno non blocca le designazioni del governatore Rosario Crocetta. Mi sono astenuto – ha spiegato – perchè la commissione non poteva che prendere atto delle nomine, atteso che il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, con un comportamento poco corretto ha disatteso un odg dell’Aula che tendeva a sospendere le nomine dell’Irsap rimandando gli atti alla mia Commissione. Sul piano politico va preso atto, nell’ambito della maggioranza, dell’assenza perlomeno ingiustificabile dei componenti dell’Udc e il voto contrario di tutti i componenti del Pd presenti”.

E in effetti, i presenti hanno votato tutti contro quelle nomine. Oltre ai due deputati del Pd Mario Alloro e Franco Rinaldi, infatti, si sono opposti anche i parlamentari del Pdl Giusepp Milazzo e Nino D’Asero, il capogruppo della Lista Musumeci Santi Formica, Riccardo Savona dei Drs (lo stesso gruppo di Forzese) e i tre deputati grillini Salvatore Siragusa, Sergio Tancredi e Francesco Cappello. Tutti loro, tranne Savona, hanno deciso di autosospendersi, per protesta, dalla Commissione.

Insomma, il Cda può insediarsi. Ma l’impressione è che si tratti solo dell’inizio di una “guerra di carte”. I componenti della Commissione, infatti, hanno deciso di inviare tutti i verbali delle sedute in cui si è discusso delle nomine alla Corte dei Conti. “Rimangono molti dubbi, tra l’altro – ha commentato Alloro – sul valore da dare all’astensione di Forzese. Il regolamento non specifica se debba essere intesa come un voto contrario o favorevole. Se vige il regolamento del Senato, l’astensione va considerata come un voto contrario, e quindi quelle nomine sarebbero bocciate”. E a rincarare la dose, ecco l’ex vicepresidente dell’Ars Santi Formica: “Nel caso in cui il presidente Forzese avesse voluto – ha commentato – senza ombra di dubbio far passare le nomine, sarebbe bastato uscire dalla Commissione (in quel caso le nomine sarebbero passate per assenza del quorum) o semplicemente votare a favore. Nel momento in cui ha deciso di rimanere, che interpretazione dobbiamo dare al voto di astensione?”.

Ma al di là dei cavilli, le ombre sono altrove. “Intanto – insiste Alloro – è evidente che c’è un fatto politico. Non si è mai visto un cda approvato senza nemmeno un parere favorevole. Un fatto che si aggiunge al voto unanime dell’Ars sull’ordine del giorno che prevedeva la sospensione delle nomine”. Il “no” dei deputati è fondato su alcuni dubbi riguardanti i titoli posseduti dai componenti del cda. Requisiti ben definiti da una legge del 1997, ignorata in questo caso dal governo. “Oggi si è celebrato – insiste Formica – il ‘paradosso dei tre presidenti’. Il presidente della Regione da un lato predica legalità e trasparenza e dall’altro lato agisce nell’illegalità violando le leggi per le stesse nomine e la trasparenza tanto declamata. Il presidente dell’Ars – prosegue – nel tentativo di dare una mano al presidente della Regione ignora il voto unanime del Parlamento che aveva approvato un ordine del giorno col quale sospendere le nomine, e invia tutto in Prima commissione. E il presidente della Commissione, colmo dei colmi, – conclude – che durante tutto l’iter dei lavori si è espresso contro le nomine del governatore dicendo che i nominati non possedevano i requisiti di legge, all’ultimo istante, chissà perché, si astiene”. Insomma, la guerra è solo inziata.


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