Ubriachi o drogati al volante | Numeri choc tra i più giovani - Live Sicilia

Ubriachi o drogati al volante | Numeri choc tra i più giovani

I dati dell'Asp. Il 78% dei ragazzi, su un campione di 1.500 intervistati, usa droghe leggere o alcol

PALERMO – Al volante dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo o avere assunto droga. I casi si moltiplicano nell’Isola, anche con conseguenze tragiche, e rendono necessari controlli sempre più stringenti sia sulle strade cittadine che lungo le arterie autostradali. A Palermo, negli ultimi giorni, sono stati cinque gli automobilisti sorpresi dalle forze dell’ordine con sostanza stupefacente in macchina, tra questi un 24enne risultato positivo al drug test: aveva assunto della cocaina e sfrecciava con la sua auto in viale Regione Siciliana. I controlli rientrano nell’attività di prevenzione che è stata intensificata sulle vie di ingresso e di uscita dal capoluogo siciliano e nei pressi delle zone in cui si trovano i locali notturni.

Ben quattordici conducenti di auto e scooter, con età compresa tra i 19 e i 44 anni, sono stati denunciati perché dopo essere stati sottoposti all’alcol test, è stata accertato che avevano bevuto più del consentito. In tutti i casi, il tasso alcolemico aveva superato il limite di 0,8 g/l. Le patenti sono state ritirate: si tratta della prima ed immediata conseguenza nel caso in cui si venga sorpresi in stato di alterazione psico-fisica al volante, ma gli accertamenti poi proseguono, con test e analisi per provare, eventualmente, anche l’uso di droghe.

Nel caso in cui l’esito è positivo, la patente viene sospesa e non è possibile mettersi alla guida da uno a due anni. Se il mezzo è intestato ad una persona che non è il conducente, gli anni di “stop” raddoppiano. E non finisce qui, perché la restituzione della patente può avvenire solo dopo una “revisione”, ovvero una visita medica per accertare l’idoneità alla guida dell’automobilista. A patto che non venga nuovamente fermato nelle stesse condizioni: in quel caso scatta la revoca della patente e non sarà più possibile guidare se non rifacendo gli esami.

Un fenomeno sempre più diffuso, che a livello nazionale ha fatto registrare nell’ultimo anni 4.742 violazioni per guida sotto l’effetti di sostanze stupefacenti, con dati in crescita rispetto agli anni precedenti. Gli incidenti stradali con lesioni a persone dove almeno un conducente era sotto l’effetto di sostanze psicoattive sono stati 831, hanno provocato 1.331 feriti e 26 vittime. 

A scendere in campo per prevenire le “stragi del sabato sera” e fornire più informazioni possibili ai giovani, la Regione Sicilia e l’Asp Palermo, che hanno avviato una campagna di sensibilizzazione con unità mobili che si troveranno nelle aree in cui si svolgeranno tre concerti questa estate. Sarà possibile effettuare ogni sorta di screening e fornire consulenza, con la presenza di medici, psicologi, assistenti sociali.

“La guida dopo aver assunto droghe o ingerito sostanze alcoliche è troppo spesso causa di morte – ha detto una delle responsabili della Promozione della salute e degli screening, Daniela Segreto – ma non possiamo parlare di incidenti, in realtà si tratta di scelte ben precise. Decidere di assumere droghe per mettersi poi alla guida di un’auto equivale a mettere in pericolo o colpire persone innocenti. I terribili fatti di cronaca ci dicono quanto i momenti di prevenzione siano oggi particolarmente importanti”. D’altronde, a parlare chiaro sono anche i dati rilevati durante l’attività del camper dell’Asp dal 2018 ad oggi, intervenendo nelle piazze della movida a Palermo.

“Abbiamo intercettato da febbraio 2018 ad oggi circa 2.500 giovani tra i 14 e i 26 anni e somministrato circa 1500 questionari – ha spiegato la dottoressa Annamaria Maggio, del dipartimento salute mentale dell’Asp -. Risulta che il 78 per cento utilizza sostanze, per la maggior parte marijuana e alcol. Il 21 per cento avverte di essere a rischio di dipendenza. Nella fascia di età che va dai 14 ai 17 anni la percentuale di rischio sale dal 21 al 24 per cento. Intercettiamo con il nostro lavoro – ha concluso Maggio – quella parte di popolazione che mai si sottoporrebbe ad uno screening, questo in termini di salute pubblica ha un grosso valore e un altissimo valore in termini umani”.


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