Ucciso con trenta coltellate |Il presunto omicida resta in carcere - Live Sicilia

Ucciso con trenta coltellate |Il presunto omicida resta in carcere

Giulio Arena, l'insegnante di musica accusato del macabro delitto di sabato, rimane in carcere. Stamattina al carcere di piazza Lanza l'udienza davanti al giudice Giovanni Cariolo. (Nella foto la vittima, Natale Pedalino).

 

l'udienza di convalida
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CATANIA – Aggiornamento. Giulio Arena resta in carcere. Lo ha deciso il Gip Giovanni Cariolo quest’oggi nel corso dell’udienza di convalida del fermo. Davanti al giudice Giulio Arena, accusato di aver ucciso sabato scorso Natale Pedalino, si è nuovamente avvalso della facoltà di non rispondere. I difensori del presunto omicida annunciano di ricorrere al tribunale della Libertà per il riesame dell’applicazione della misura di custodia cautelare decisa dal Gip.

Giulio Arena, il presunto autore dell’omicidio del paternese Natale Pedalino (66 anni), affronterà questa mattina l’interrogatorio davanti al Gip Giovanni Cariolo nel corso dell’udienza di convalida del fermo. L’interrogatorio si svolgerà nel carcere di Piazza Lanza alla presenza dei suoi avvocati Salvatore Caruso e Antonio Giuffrida. Arena, 57 anni di Belpasso e docente di Musica a Palermo, al momento è l’unico sospettato accusato dalla Procura di Catania di aver trucidato sabato scorso Pedalino con almeno trenta coltellate e di avere gettato poi il corpo in una stradina nella periferia di Paternò. Titolare delle indagini è il pm Fabrizio Aliotta. Il movente dell’omicidio sarebbe di natura futile: forse, delle trattative per una partita di olio.

Secondo fonti investigative, Arena avrebbe iniziato in carcere lo sciopero della sete in segno di protesta contro le accuse attribuitegli. Il presunto assassino, durante il primo interrogatorio, avvenuto nella caserma dei Carabinieri di Paternò la sera seguente il ritrovamento del cadavere, si sarebbe proclamato innocente, per poi decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Gli avvocati mantengono il massimo riserbo. Solo dopo la decisione del Gip i difensori potranno valutare le azioni da intraprendere: come il ricorso al Tribunale del Riesame. Ma si potrebbero creare le condizioni anche per avanzare altre richieste, fra cui l’incidente probatorio.

Ad inchiodare il presunto autore dell’efferato omicidio sarebbe stata la traccia ematica rilevata dagli investigatori dei Ris di Messina nell’abitacolo della sua autovettura. Secondo gli accertamenti tecnico scientifici il sangue apparterrebbe alla vittima.

 


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